SERRACCHIANI E IL POLITICAMENTE CORRETTO DELL'IPOCRISIA ITALICA

Il cosiddetto caso Serracchiani è una misera messinscena, una folle quanto inconsapevole operazione mediatica del politicamente corretto, una mistificazione della realtà, un penoso moralismo di accatto tipicamente italico. Non conosco la signora Serracchiani e non amo la sua politica ma le sue parole su stupri e migranti sono banalità, ovvietà che solo un buonismo e moralismo di facciata potevano trasformare in un caso internazionale.
La signora Serracchiani ha detto in premessa, in un determinato contesto, che "la violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre". Questo è banale, ovvio. Poi ha aggiunto che è "più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza”. È una frase banale, di inutile buonsenso anche questa. Non è l'aggravante etnica che qualcuno prova a descrivere. È una ovvietà. Anche io ci sto peggio se a farmi del male sono mio fratello, mia moglie, il mio amico, il mio stesso sangue o chi ho preso a casa mia, un mio collaboratore. Mi è capitato. Ci sarà capitato, vi sarà capitato nella vita di non aspettarvi del male da una persona che forse vi doveva riconoscenza. Purtroppo la signora Serracchiani ha dimenticato di essere italiana e dunque cittadina di un paese di ipocriti. Molti dei quali pontificano sul nulla o dal nulla per sentirsi vivi, usando i social, schierandosi o facendo da agit prop della massa quando hanno voglia di sguazzare nella melma piuttosto che provare a ripulire il campo da veleni inutili. Quello che stanno facendo alla signora Serracchiani interpretando e falsificando il
suo pensiero, sputando giudizi ed emettendo sentenze sui media, sui social media e ovunque è peggio di uno stupro. 

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