CONSIP E ISCHIA, I TANTI ERRORI E LE SVISTE DEL CAPITANO DEI CARABINIERI SCAFARTO

Lui è Giampaolo Scafarto. Capitano dei carabinieri del Noe, principale collaboratore del pm napoletano, Henry John Woodcock,  in due delle inchieste più delicate di questi anni sulla corruzione nella pubblica amministrazione: 
l’affaire Consip, ovvero un appalto da 2,7 miliardi di euro diviso in più lotti. Appalto che puzzerebbe di corruzione tanto da aver portato un cella l’imprenditore casertano, Alfredo Romeo e un dirigente Consip (Marco Gasparri, reo confesso di aver intascato una tangente da 100mila uero), e indagatoTiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dello Sport Luca Lotti. 

L’altra inchiesta… dell’ottobre del 2015… è quella sulla metanizzazione dell’isola d’Ischia che costò il carcere al sindaco di Ischia, al presidente e al direttore degli affari istituzionali della Coop Concordia Cpl, colosso imprenditoriale modenese.
Per l’inchiesta Consip il capitano del Noe è stato estromesso dalle indagini e accusato di falso ideologico. I pm di Roma che l’hanno interrogato gli contestano due falsi: aver attribuito erroneamente a Romeo, il commento su un incontro con Tiziano Renzi. Incontro forse mai avvenuto. Il secondo falso sarebbe quello relativo ad un presunto inquinamento delle indagini da parte di personaggi dei servizi segreti… Una svista che l’ufficiale non avrebbe segnalato, anzi l’avrebbe riversata negli atti d’indagine, addirittura con un capitolo a parte… Lui dice che sono errori figli della fretta per consegnare gli atti. Il suo legale, Giovanni Annunziata, parla di assenza di dolo. Decideranno i giudici. Vero è che Scafarto, non è nuovo a intercettazioni "anomale", "errori" e “fretta" e lapsus, sviste, errori nella compilazione di intercettazioni. Anche nella vicenda delle presunte tangenti sul metano a Ischia  avrebbe più volte interpretato intercettazioni piuttosto che riscriverle fedelmente, attribuendo dichiarazioni incompressibili a indagati e costringendo dunque nel corso del processo a riascoltare e riscrivere tutte le intercettazioni rispettando la procedura violata.  
PER ORA LA CATENA DI ERRORI, SE DI ERRORI SI TRATTA, E’ COSTATA AL NOE LA REVOCA DELLA FIDUCIA E L’ESTROMSSIONE DALLE INDAGINI CONSIP SIA DALLA PROCURA DI ROMA CHE DA QUELLA DI NAPOLI. 
Qualche avvocato che in aula ha contestato questi comportamenti a Scafarto, in privato lo definisce, ed è uno sfottò, “capitan riscrivo" 

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