L'AMBASCIATORE DELLA PASTA DI GRAGNANO PORTA PENE AI LIVOROSI E GIOIA A CHI VUOLE BENE ALLA CAMPANIA

http://www.consorziogragnanocittadellapasta.it/pasta-gragnano-igp/disciplinare-igp/
Che c'entra un oncologo napoletano di fama mondiale con la pasta di Gragnano, alimento nobile che gode di protezione internazionale per i suoi speciali valori nutrizionali e per il disciplinare da seguire per produrla?
Antonio Giordano, l'oncologo costretto ad emigrare negli States appena laureatosi, e a costruirsi in quel Paese che riconosce il merito e non i padrinati politici e mafiosi, è diventato (perché gliel'hanno chiesto) ambasciatore della pasta del distretto di Gragnano, IGP nel mondo. Che cosa significa IGP? Indicazione geografica protetta. Cioè sarebbe a dire che la pasta di Gragnano o la produci a Gragnano o non è. Ma torniamo a Giordano e alla pasta di cui sarà ambasciatore. A conferire l’onorificenza al direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia, saranno il presidente e il direttore del Consorzio Gragnano Città della Pasta, Giuseppe Di Martino e Maurizio Cortese. La targa gli verrà consegnata mercoledì 26 aprile alle ore 12, presso la spiaggia di Marina del Cantone, a Nerano. L’iniziativa avverrà a margine dell’anteprima di “Pasta in spiaggia” che si svolgerà dalle prime ore del mattino nel borgo marinaro di Massa Lubrense in attesa dell’evento del 19 giugno prossimo con il consueto tandem tra pastifici di Gragnano e ristoranti della zona che si svolgerà insieme con il Consorzio «AmoNerano». E qui sarà presente, tra gli altri, anche la chef star statunitense Hope Cohen. Con lei, a cucinare, ci sarà Alfonso Caputo, chef dello stellato ristorante di Marina del Cantone. Non abbiamo però ancora spiegato che c'azzecca un oncologo con la pasta e perché ne diventa ambasciatore. E questa cosa la si deve spiegare soprattutto a quell'Italia un po' mafiosa e un poco livorosa che alberga a certe latitudini e che si è insinuata da tempo in circoli, circoletti, ordini e caste che vivono da sempiterni parassiti nell'Italia dei paguri. Qualcuno ha infatti pensato che Giordano si fosse arricchito con questo incarico. Qualcuno ha creduto che l'avesse fatto per una fornitura di pasta. Qualche mafiosetto raccattabile e assoldabile come infimo valvassino di camorristi in doppiopetto e conti in banca a nove zeri ha persino scritto, a pagamento, che Giordano non è degno di fare l'ambasciatore della pasta e di alcun prodotto enogastronomico della Campania perché ha scritto (e io mi auguro continuerà a scrivere) libri sui disastri ambientali e sanitari che la camorra della cosca dei casalesi e i loro vassalli, valvassori e valvassini hanno fatto in Campania interrando rifiuti, avvelenando la terra, inquinando le falde acquifere e appestando l'aria, facendo con questo business della #Monnezza di Stato montagne di milioni di euro. Sono amico di Giordano e mi permetto non di difenderlo (non ha bisogno della mia difesa) ma di spiegare a certa miserabile gente che si può fare l'ambasciatore della pasta senza chiedere soldi. Lo si può fare per amore del proprio Paese, per amore della propria terra. Giordano è napoletano, originario di Corbara. Quindi sa, perchè in quei luoghi ha le sue radici, dove si trovano Gragnano, i monti Lattari, il Faito. Giordano è dunque ambasciatore per piacere e per amore.

Se l'ambasciatore della pasta lo fa un oncologo ha più significato di una bella fica o un bel fico (attrice o attore), perché lo scienziato sottolinea che la pasta di Gragnano (eccellenza campana e dunque italica) è alimento importante in qualunque dieta (intendo regime alimentare). Se poi l'oncologo Giordano è anche un signore che sta provando a spiegare scientificamente quanto sono importanti in qualunque dieta (soprattutto quella mediterranea) gli antiossidanti presenti in quantità industriale nei pomodori San Marzano o del Vesuvio o di Corbara fa effetto più di mille spot in TV e sui giornali. E se questo oncologo è sempre quello che nello scrivere assieme al sottoscritto un libro denuncia sullo scempio della terra dei fuochi, lo usa, il libro, come esempio positivo di denuncia di una regione che vuole liberarsi dal dramma ambientale e dalle mafie, vuol dire che quelli che fingono di non capirlo hanno interessi inconfessabili oppure sono solo dei falliti livorosi che vivono e moriranno lividi di invidia.

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