L'AFFARE MIGRANTI, IL RUOLO DELLE ONG, LE INCHIESTE E LE CHIACCHIERE USATE COME ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA

L'accoglienza dei migranti è un affare per tanti. Non sempre un affare criminale o mafioso. Ma è un affare per molti.
Quello che si vede nel Mediterraneo, allo sbarco sui moli dei porti italiani, negli uffici delle Prefetture italiane, nelle case improvvisate per l'accoglienza da onlus nate per l'affare è quanto di più disgustoso si possa vedere e raccontare. Un mercato di carne umana. Altro che razzismo. Chi come me queste tre fasi dell'accoglienza le ha viste e le vede direttamente e le racconta può testimoniare che sulla pelle dei migranti si gioca una partita economica che poco ha a che vedere con la solidarietà e il buonismo a chiacchiere di cui siamo tutti capaci. In giro per l'Italia ci sono mille storie di malversazioni, furti, ruberie e altre porcherie che quotidianamente si consumano sulla pelle dei migranti. Le leggiamo a spizzichi e bocconi e fingiamo di non capire perché ci fa schifo pensare che siamo capaci di rubare pure sulla solidarietà. Non ci piace sapere che rubiamo persino risorse stanziate per aiutare chi per scappare dal suo paese per non morire, magari o muore nel deserto, o viene ucciso in Libia o annega nel Mediterraneo o schiatta di stenti nella civilissima e democratica Europa, dove tutti siamo buoni, bravi e progressisti (chissà cosa significa!) ma ci teniamo alla larga dal puzzo dell'affare migranti perché ci fa paura sapere quello che accade. In tutto questo ovviamente va esclusa la questione mafia capitale che è l'apoteosi della corruzione di un sistema politico da parte di organizzazioni mafiose che avrebbero lucrato centinaia di milioni di euro sull'accoglienza. Ho usato il condizionale perché aspetto anche io il processso romano. Come aspetto le sentenza di tanti altri processi sulle ruberie dell'accoglienza dei migranti di questi ultimi dieci anni in Italia. Sul trasporto dei migranti in Europa, sull'affare mafioso dei trafficanti di carne umana, dire che qualche ONG possa aver svolto o che svolga un ruolo non proprio chiaro significa ribadire o ripetere accuse che emergono da indagini di procure italiane, da rapporti della Direzione nazionale antimafia e da investigazioni di Frontex. Sono fatti. Se pure sui fatti, su questi fatti, bisogna imbastire polemiche ipocrite e inutili per soddisfare il narcisismo di qualcuno significa che nessuno di noi ha compreso in senso drammatico, epocale di questo esodo biblico dall'Africa e dai paesi in guerra del medioriente che sta cambiando la geografica umana ed economica del vecchio continente. Visitate le periferie delle aree metropolitane italiane. Andate nei ghetti. Frequentate i sobborghi delle piccole cittadine un tempo poli industriali. Troverete una umanità dolente, disperata senza speranza arrivata dall'Africa che si mischia ai disperati nostrani. Parlare di queste cose, di questi drammi e di come porvi rimedio sarebbe più serio di queste discussioni politiche e polemiche sul nulla. E invece dobbiamo parlare d'altro perché le cose vanno silenziate per non disturbare chi deve indirizzare le risorse economiche in quel pozzo senza fondo della solidarietà umana pelosa di certi italiani che sputtanano indistintamente tutti. Perché è evidente che parlare di affare migranti e Onlus non significa condannare tout court l'intero sistema del volontariato, anzi significa pulirlo dagli imbroglioni e preservarlo anche dal solo sospetto che reca pregiudizio. Come sarebbe utile fare con l'antimafia di professione che sputtana chi di mafia è morto e muore ogni giorno. 

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