SELF - SECONDIGLIANO LIBRO FESTIVAL, QUANDO SCUOLA E CULTURA FANNO PAURA ALLA CAMORRA
La prima cosa che mi viene in mente quando parlo di “SeLF - Secondigliano Libro Festival” è che si tratta di un’iniziativa culturale. Cultura, l’unica cosa che fa davvero paura a chi ogni giorno si industria per il male e contro il bene comune. SeLF è poi iniziativa lodevole perchè consente ai ragazzi delle scuole medie di leggere libri che si occupano del luogo in cui sono
nati, dei loro sentimenti, dei loro sogni e bisogni, delle loro necessità e delle mille difficoltà e sofferenze che quotidianamente incontrano per poter essere bambini in un quartiere adulto, vecchio, incapace di sognare, forse rassegnato al male.
L’idea di portare i libri in classe l’ha partorita la mente fervida, freschissima di un giornalista in pensione, Salvatore Testa, per anni responsabile dell’Agi (agenzia giornalistica italiana) a Napoli. Testa, che a Secondigliano ci è nato e ci vive, c’ha messo cuore in questa iniziativa. Testa ci ha messo testa, intelligenza e ci ha rimesso soldi e tempo per ideare un progetto educativo affinato e migliorato con il contributo determinante degli insegnanti. Un progetto che è stato possibile grazie ad uno sponsor intelligente (Aeroporto di Capodichino) che ha saputo volare alto e a tanti piccoli sponsor generosi, cittadini qualunque di Secondigliano. Non un euro è arrivato dalle istituzioni locali, zero attenzione. E sull’interessamento del Provveditorato agli Studi, meglio evitare commenti.
Gli autori dei libri, letti e poi discussi dai ragazzi, hanno messo e metteranno a disposizione tempo e amore per questi studenti che vogliono parlare con loro per esprimere apprezzamenti ma anche avanzare critiche.
Come autore di uno dei libri (“I sogni dei bambini di Scampia son desideri”) adottati dai ragazzi delle scuole di Secondigliano ho avuto la fortuna di discutere con oltre cento studenti del testo, delle idee che emergono, dei racconti dei sogni di altri giovanissimi studenti di un quartiere vicino, Scampia. Ed è stata una grande fortuna, un grande privilegio imparare le tante cose che questi ragazzini hanno da dire e da dare a noi adulti. E’ stata un’esperienza fantastica tornare bambini anche solo per poche ore, sentirsi innocenti, respirare la capacità di stupirsi di questi studenti, assistere alla loro gioia e contagiosa generosità, immaginare il futuro non più come paura ma come opportunità, non avere timore di niente, scrutare la realtà senza pregiudizi.
Questi giovani studenti di Secondigliano, ancora una volta, mi hanno insegnato che il loro non è solo un quartiere periferico di Napoli. Mi hanno spiegato che Secondigliano non è il rione dei boss che trafficano in droga e che si scannano per la cocaina. Mi hanno ribadito, e mi han chiesto di spiegarlo ai miei colleghi giornalisti tutte le volte che posso, che Secondigliano non è la periferia geografica e sociale di quella grande metropoli che si chiama Napoli ma il luogo in cui ci sono le radici di migliaia di persone che hanno l’ambizione di crescere in un ambiente sano, realizzarsi e riuscire a fare di Secondigliano un posto normale.
Di questa boccata di ossigeno, di questa bella normalità devo ringraziare i ragazzi delle scuole medie Tito Lucrezio Caro, Errico Pascoli, Pascoli II, Savio e quelli solo un pochino più grandicelli dell’istituto professionale per il turismo e il commercio Vittorio Veneto.
Inutile dire che tutto quello che si è fatto e si fa nelle scuole spesso “sgarrupate” di Secondigliano è esclusivamente merito di insegnanti missionari che quotidianamente educano i bambini di Secondigliano e altri quartieri difficili dove lo Stato è latitante come i camorristi che scappano dalle manette ad essere cittadini migliori.
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Pasquale
prof. c. siniscalchi/ SMS PASCOLI II-SECONDIGLIANO-NAPOLI