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I FIASCHI DEL FISCO ITALICO EVASO DAI FURBI ED ELUSO DAI DISONESTI
L'evasione fiscale va spiegata bene. E va ben compresa perché dà l'esatta
dimensione dell'inciviltà del nostro Belpaese. Evito moralismi, sarcasmo un
tanto al chilo e inutili demagogie. Facciamo parlare i dati sulla strana
italica platea di contribuenti. Secondo il Fisco su 41 milioni e mezzo di
contribuenti il 90,2 per cento denuncia meno di 35mila euro lordi l'anno. Il 50
per cento di questi signori che già se la passano male asseriscono di
guadagnare addirittura meno di 15mila euro. Solo lo 0,17 per cento di italiani
denunciano redditi superiori ai 200mila euro. Da questi dati ne consegue che
ogni anno in Italia si evadono dai 275 ai 400 miliardi di euro. Da questi dati
si deduce che se l'Italia fosse uno Stato serio e se noi fossimo una comunità
seria e coesa, pagheremmo tutti le giuste tasse, avremmo tutti i giusti servizi
sociali, saremmo una nazione sana economicamente e addirittura civile. Ma
siccome ci scandalizziamo se gli ispettori del Fisco vanno a Cortina e pescano
decine di signori con supercar da 200 mila euro, autisti, villoni e servitù che
al Fisco dichiarano meno di 30mila euro, mi pare di poter dire che siamo sempre
la solita Italietta dei furbacchioni e dei furbetti. Quello che però ci rende
ancora meno seri è il comportamento del cosiddetto Stato. Abbiamo 100mila e
passa finanzieri che non riescono a controllare il reddito dei 200 mila e passa
italiani che ogni anno acquistano vetture di gran lusso che costano la modica
cifra di oltre 150mila euro. Abbiamo ispettori del Fisco che non sono in grado
di fare le pulci ai possessori delle 200mila barche lunghe più di 10 metri. Non
siamo capaci di sapere se denunciano il giusto al Fisco i 611 mila imprenditori
che hanno alle loro dipendenze più di 10 lavoratori. Così come dobbiamo
sopportare (noi che siamo sostituti d'imposta, cioè stipendiati e dunque
incapaci di evadere un centesimo anche se lo volessimo) il rientro in Italia di
diverse decine di miliardi di euro che 180 mila nostri cari connazionali
avevano nascosto all'estero (Svizzera e altri posti dove si lavano soldi)
pagando piccoli ed insignificanti oboli per rimediare alla violazione delle
leggi fiscali. Ecco, di fronte a questi dati, quindi non alle mie assai
opinabili opinioni, fa specie sentire la solita canea di benpensanti e moralisti
d'accatto che urlano allo Stato di polizia fiscale o al Fisco forcaiolo oppure
allo choc del sindaco di Cortina solo perché lo Stato italiano ha deciso di
fare lo Stato serio. Mi sarei aspettato che qualcuno dicesse bene, bravi cari
ispettori delle Entrate, dateci dentro dappertutto ora. Anzi, andiamo a
controllare i proprietari di auto, barche, elicotteri, villoni, notai che
dichiarano di essere morti di fame, gioiellieri che guadagnano meno dei loro
inservienti, dentisti che chiudono sempre l'anno in perdita o ristoratori che
fanno la fame. Niente, ho letto solo commenti schifati della signora Santa de
chè o altri personaggi in cerca d'autore che mangiano, fottono e desiderano.
Tanto pagano sempre gli stessi: pensionati, pubblico impiego e lavoratori privati.
Quei signori fessi che ogni anno lavorano sette mesi per lo Stato e gli evasori
fiscali e altri 5 mesi per loro.
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