TUMORI:SUBITO FARMACI INNOVATIVI, STOP DIFFERENZE REGIONI ONCOLOGI, OLTRE UN ANNO DI RITARDO PER DISPONIBILITA'A PAZIENTI

 Oggi, in Italia, bisogna attendere anche 15 mesi prima che, previa l'approvazione delle autorita' europee, un farmaco innovativo contro i tumori - che potrebbe rivelarsi un 'salva-vita' per il paziente - sia immesso in commercio e dunque arrivi al malato. E a tale ritardo si aggiunge pure una regolamentazione a livello regionale che crea una situazione 'a macchia di leopardo' quanto ai tempi di accesso alle terapie. A lanciare un appello affinche' i farmaci innovativi siano resi subito disponibili sono gli oncologi riuniti a Roma per il Congresso nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). I farmaci oncologici innovativi, afferma il presidente Aiom Stefano Cascinu, ''devono essere subito disponibili in tutta Italia. Oggi non e' cosi': dall'autorizzazione europea di un farmaco alla delibera che ne permette l'immissione in commercio in Italia trascorrono in media 12-15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale, e in alcune Regioni i ritardi dovuti all'ulteriore approvazione di questi trattamenti nei Prontuari Terapeutici Regionali rischiano di compromettere la qualita' delle cure. Ma i pazienti non possono piu' aspettare''. Da qui la richiesta dell'Aiom: ''sia subito applicato senza modifiche il Decreto Balduzzi, che stabilisce l'immediata disponibilita' dei trattamenti innovativi in tutte le Regioni dopo il giudizio positivo dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), senza attendere l'approvazione delle singole commissioni regionali e provinciali ed il successivo inserimento nei Prontuari Terapeutici Regionali, che vanno ripensati''. Nel nostro Paese 2 mln e 250 mila italiani vivono con una diagnosi di tumore. I nuovi casi nel 2012 saranno 364mila. Oggi anche i cosiddetti big killer (polmone, colon retto, seno, prostata e stomaco) fanno meno paura, grazie alla diagnosi precoce e alle nuove terapie: basta pensare che il 61% delle donne e il 52% degli uomini e' vivo a cinque anni dalla diagnosi. L'Aiom lancia dunque un appello alle Istituzioni perche' venga immediatamente istituito un tavolo di lavoro con il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti. L'obiettivo, spiega Cascinu, ''e' monitorare l'effettiva applicazione del Decreto Balduzzi e definire il budget annuale dell'oncologia nel nostro Paese. In Italia i farmaci oncologici rappresentano il 25% della spesa ospedaliera per i medicinali, ma incidono solo sul 4% dell'intera nosocomiale. Non solo. Le uscite per i farmaci oncologici - precisa - sono rimaste sostanzialmente stabili negli ultimi anni, passando da 1,390 mld di euro nel 2008 a 1,530 nel 2011. E' quindi necessario agire sulle zone grigie della inappropriatezza: basti pensare che vi sono terapie di non comprovata efficacia che costano ogni anno al sistema circa 350 mln di euro''. Le esigenze di contenimento della spesa, avverte, ''non possono danneggiare i pazienti. Oggi si stanno affacciando nuove armi efficaci contro il cancro e non possiamo privare i malati di queste opportunita' terapeutiche''. ''E' inaccettabile - sottolinea Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) - che nel nostro Paese ancora perdurino difformita' di accesso alle terapie. Ci auguriamo che la conversione in legge del decreto Balduzzi ne mantenga il principio cardine: l'abolizione del terzo livello, regionale, di valutazione''. 

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