MARADONA AL CORRIERE DELLO SPORT: AMO L'ITALIA E GLI ITALIANI MA BASTA COL FISCO CHE MI PERSEGUITA

Italia ti amo, ma smetti di perseguitarmi". Cosi' Diego Armando Maradona in un'intervista al giornalista del Corriere dello Sport, Francesco Marolda. "Ce l'ho proprio con l'Italia. Ma, intendiamoci, non con gli italiani", dice il 'pibe de oro', attuale allenatore dell'Al Wasl negli Emirati Arabi. "Perche' ogni volta che metto piede in Italia mi sento perseguitato. Ogni volta che ci torno mi sento addosso una sensazione orrenda. Ce l'ho con il fisco italiano mi fa sentire un ladro, un truffatore. Ma io non ho mai rubato nulla all'Italia e agli italiani. Ho solo dato gioia e divertimento in campo", sottolinea l'ex n.10 del Napoli, che deve al fisco circa 40 milioni di euro. "No, il problema e' che io con quel debito non c'entro proprio niente. Io sono la vittima, non il colpevole. E invece in Italia sono diventato il simbolo dell'evasione fiscale. E' un'ingiustizia". Maradona ammette "di non essere l'unico in Italia a sentirsi perseguitato dall'ufficio delle tasse, ma non so se ad altri hanno mai tolto l'orologio dal polso oppure un diamante dall'orecchio". L'ex ct dell'Argentina afferma poi che "mi piacerebbe confrontarmi con il calcio italiano anche da allenatore". E parlando della controversia col fisco aggiunge che "qualche dirigente del Napoli di allora fece il furbo". Poi auspica "un atto di coraggio da parte della politica italiana" per "riconoscere certi paradossi, riportare le cose al 1991 e ragionare su soluzioni finalmente possibili. Risolvibili". Maradona coltiva il sogno di "allenare una squadra italiana. E se un giorno questa squadra fosse il Napoli, beh, allora si realizzerebbe anche un altro sogno".

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