ARCHEOAGRICOLTURA, L'ANTICA POMPEI VIVE GRAZIE ALLA COLTIVAZIONE NELL'AREA DEGLI SCAVI DEI PRODOTTI DELLA TERRA PRE-ERUZIONE. LA SFIDA DI FIORI

Un progetto di 'archeoagricoltura' per la valorizzazione delle produzioni agricole tipiche ancora coltivate negli appezzamenti interni all'area archeologica di Pompei. E' il risultato di un protocollo d'intesa siglato dall'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Gianfranco Nappi, e dal commissario delegato per l'emergenza dell'aera archeologica di Pompei, Marcello Fiori, che rientra nel piu' vasto progetto "PompeiViva" per la promozione dell'area degli scavi. Un censimento delle aree agricole demaniali presenti all'interno della citta' romana imperiale piu' conosciuta al mondo ha evidenziato la presenza di 19 coloni, ora sottoscrittori di un disciplinare fitosanitario per la valorizzazione dei prodotti. "Queste produzioni avranno un marchio 'Pompei', capace di mettere insieme le eccellenze vesuviane", spiega Nappi. Nell'ambito del progetto, rientra anche l'apertura, entro giugno, dell'archeo-ristorante della Casina dell'Aquila, il secondo punto di ristoro per i visitatori di Pompei dopo il self-service inaugurato nei mesi scorsi. Tra le altre iniziative, la visita multimediale della domus di Giulio Polibio; la possibilita' di seguire i lavori degli archeologi nella domus dei Casti amanti, in cui e' aperto un cantiere di ristrutturazione; la realizzazione di 4 chilometri di piste ciclabili interne agli scavi; ed "Easy Pompei", un percorso di visita di oltre due ore senza barriere architettoniche. "Per il rilancio degli scavi abbiamo gia' usato circa 40 milioni di euro - spiega Fiori - e di questi, oltre 33 milioni, circa il 90%, sono stati utilizzati per opere di messa in sicurezza. Tra i nostri obiettivi, anche quello di portare a Pompei turisti diversi da quelli interessati solo all'archeologia". Altri 39 milioni (21 dalla Regione e 18 dagli incassi) saranno utilizzati entro il 30 giugno per il progetto del ministero per i Beni e le attivita' culturali per ingenti interventi di restauro. "Su Pompei sono stati fatti grandi investimenti - conferma il presidente della Regione Antonio Bassolino - e il turismo sta tornando a crescere. Occorre piena collaborazione tra le istituzioni, e' cosi' che si crea valore aggiunto, mentre le divisioni provocano solo difficolta' e problemi". Per la realizzazione dei progetti la Soprintendenza e il commissariato hanno operato insieme "e noi abbiamo dato fondi al commissario perche' intanto ce ne arrivavano altri dalla Regione. I 40 milioni spesi non sono soldi sottratti alla Soprintendenza, che e' centrale in questa operazione", puntualizza la soprintendente Maria Rosaria Salvatore. "I risultati - conclude - dimostrano che non e' superflua la presenza del commissario. La forza data dalle strutture commissariali ha consentito queste spese". Tre le domus pompeiane interessate dai nuovi lavori di restauro, e cioe' la Fullonica di Stephanus, nella regio I,6,7, aperta al pubblico, che doumenta le attivita' dei fullones, cioe' lavandai, ma in stato di degrado; la casa di Championnet, nella regio VIII, 2,1, che prese il nome dal generale napoleonico che ne sovrintese lo scavo, nella quale furono trovati gioielli e monete, con una decorazione parietale di pregio; la domus di Efebo, regio I,7,I, dimora del ceto mercantile, che deve il nome a una copia dell'omonima statua greca del V secolo a.C., che il proprietario dell'abitazione, Caius Cornelius Tages adatto' a portalampada e che ora e' al museo archeologico nazionale di Napoli. Un restauro appena concluso, invece, e' quello del termopolio di Vetutius Placidus, finora visibile
solo esternamente.

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