ISCHIA, APPUNTI DI BUON SENSO PER I COSIDDETTI GIORNALISTI ISCHITANI CHE PRATICANO BENE E RAZZOLANO MALE. LA STORIA DEL BUE CHE CHIAMA CORNUTO L'ASINO

Prima "le minacce mafiose ad un ischitano" doc che capeggia il movimento antiruspe sull'isola. Insomma, parliamo di quella emerita stronzata-goliardata o come caspita volete chiamarla di qualche fesso che si è messo ad affigere manifesti funebri del signor Savio.
Poi "l'isola nella morsa della criminalità". Altro titolone che ho letto su un giornale per una rapina e dei furti. Ischia viene oramai dipinta nei titoli di alcuni giornali (?) non già e non più come l'isola verde, il paradiso naturale del relax, uno dei luoghi più belli dove poter riposare, fare i fanghi, le cure termali, prendere il sole e magari cazzeggiare e basta.
Ischia è considerata da alcuni giornalisti ischitani (quelli che sui giornali di Ischia attaccano corna a terra i giornali e le televisioni nazionali che parlano male della loro isola) come una sorta di Ciudad Juarez (per chi non lo sapesse è la città più pericolosa del mondo). Siccome spesso a Ischia leggo di presunti complotti della stampa nazionale per infangare il buon nome dell'isola, fantasiose ricostruzioni di chissà quali manovre fatte da chissà chi della stampa e della televisione nazionale per parlar male di Ischia in modo da avvantaggiare Capri o altre stronzate del genere, sarebbe opportuno che questi giornalisti ischitani trovassero un accordo mentale degno e cominciassero a praticare la coerenza, virtù che per chi si occupa di informazione assieme ad onestà e imparzialità sono richieste obbligatoriamente.
* Alcuni giornalisti di Ischia mi hanno telefonato subito per chiedere spiegazioni su questo post. Avrebbero voluto capire, sapere con chi ce l'avessi esattamente. Insomma, mi chiedevano di fare nomi e cognomi dei giornalisti ischitani che non apprezzo. Intanto vi dico subito che non mi sono rivolto a Gaetano Di Meglio, il collega de Il Golfo. C'è un rapporto tale che ogniqualvolta mi capita di non condividere (e capita) quello che scrive, alzo il telefono e glielo dico. Non ce l'ho con Cenatiempo. Non ce l'ho con Zivelli. Non ce l'ho con quello tsunami dell'informazione Glocal di nome Savio (figlio). E nemmeno con TeleIschia, Telekabul, Televattelapesca. Ho solo detto che a Ischia come altrove uno che sceglie di fare il giornalista non solo deve sforzarsi di essere onesto, imparziale e obiettivo ma deve anche essere coerente. Insomma o racconti i fatti che accadono sull'isola (e dunque fai onestamente il giornalista, che è un mestiere dignitoso come lo sono tanti altri) oppure diventi protagonista dei fatti raccontati o peggio ancora quei fatti li usi, li distorci, li strumentalizzi per tuoi tornaconti personali. E in questo caso non sei più un giornalista ma qualcosa d'altro. Insomma, a Ischia certi personaggi che si affannano ad apparire giornalisti ma che sono degli asini devono smetterla di dare del cornuto al bue pensando di offenderlo. Il bue già sa di avere le corna. L'asino non sempre sa di esserlo. Tutto qui.

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