SANITA' MALATA, AGLI ARRESTI DOMICILIARI L'EX DIRETTORE GENERALE DELL'ASL 5 GENNARO D'AURIA E IL DIRIGENTE GIUSEPPE PORCARO

Due centri di potere che si fronteggiano con mezzi illeciti per quello che si rivela un vero e proprio "assalto alla diligenza" dei fondi pubblici per la sanita': sono quelli scoperti dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata (Napoli) e che ha portato agli arresti domiciliari per l'ex direttore generale dell'Asl Napoli 5, ora Asl Napoli Sud, Gennaro D'Auria, e il dirigente Giuseppe Porcaro. Violenza privata e abuso d'ufficio le accuse. Indagate altre nove persone, tra cui tre avvocati. Lo scontro all'interno dell'Asl tra i due centri di poteri si e' consumato - secondo la ricostruzione della Procura - proprio per l'affare legato alla gestione dei contenziosi con creditori, tra cui farmacisti e titolari dei centri privati, che chiedevano di vedere soddisfatta la loro richiesta, e gli incarichi professionali affidati ai legali per resistere in giudizio. Manovre volontariamente dilatorie ma anche vere e proprie pressioni, con ispezioni illegittime - secondo l'accusa - hanno portato alla fine ad un danno notevole per la collettivita'. A fronteggiarsi un avvocato Giuseppe Ruocco, titolare - dice la Procura - di uno dei due centri di potere con una gestione monopolistica fino a quando gli e' stato possibile, a cui si erano affidati una serie di creditori e D'Auria che avrebbe presentato denunce con l'obiettivo, dichiarato a parole, di ripristinare la legalita' nell'azienda, ma che alla fine avrebbe voluto cosi' scalzare Ruocco. D'Auria avrebbe fatto la guerra a Ruocco 'favorendo' altri due legali ai quali dal 2006 al 2998 sono stati conferiti oltre 22 mila incarichi esterni facendo percepire loro la somma di oltre 1 milione e mezzo di euro. Il contenzioso "diveniva lo strumento per gestire di fatto la cassa dell'azienda, sottraendo ingenti risorse economiche alla stessa, senza correre grossi rischi di 'mala gestio' in quanto si operava in forza di provvedimenti disposti dal giudice". L'Asl era dotata di un ufficio affari legali costituito da decine di avvocati interni ma invece si e' fatto ricorso ripetuto a legali esterni: sono state perse quasi il 95% delle cause. Il tutto per un giro d'affari del contenzioso stratosferico, circa 700 mila euro mensili da diversi anni "sottratti alla destinazione pubblica per essere spartiti tra gli operatori del sistema - avvocati, finanziarie, alti funzionari pubblici - per la gestione di un contenzioso che, lungi dall'esser fondato su interessi contrapposti delle parti, vedeva tutti d'accordo nell'attivare meccanismi speculativi che si fondano, per lo piu', su ritardi ed inefficienze volute dall'amministrazione pubblica".

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