RETATA ANTICAMORRA A NORD DI NAPOLI, 33 ARRESTI NEI CLAN PUCA, RANUCCI, BIDOGNETTI, MARRAZZO, NUVOLETTA, D'AGOSTINO. IN CELLA ANCHE EX CARABINIERE

Quello che leggete di seguito è il comunicato stampa che spiega compiutamente la retata anticamorra dei carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna nell'area nord di Napoli ordinata dai magistrati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli



In data odierna, nella Provincia di Napoli, nelle primissime ore della mattinata, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (NA) hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare a carico di 33 persone di cui all’allegato elenco (per associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione, spaccio di stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi, usura, corruzione di P.U. ed altro), emesse dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

L’operazione, convenzionalmente denominata “Scossa”, interessa le organizzazioni camorristiche operanti nei Comuni di Casandrino, Sant’Antimo e Grumo Nevano. Le indagini hanno consentito di evidenziare gli assetti della criminalità organizzata nell’area fino al mese di giugno del 2007 (omicidio del capo clan Verde Francesco, alias “o Negus”). Nel corso delle attività investigative, emergeva la contrapposizione tra i clan:

“Marrazzo”, facente capo al pluripregiudicato Marrazzo Vincenzo, alias “Enzuccio l’elettrauto”, attualmente detenuto (tratto in arresto nel mese di agosto 2008, a Margherita di Savoia, dal dipendente Nucleo Investigativo, dopo essere evaso dalla casa di lavoro di Isili,). Alla vigilia di Pasqua di quest’anno, venne tratta in arresto la moglie convivente del Marrazzo, Petrosino Rosa, “Rosetta”, anch’essa latitante a seguito dell’indagine Rewuind sempre condotta da questo Nucleo Investigativo (proposta per l’inserimento tra i 100 ricercati più pericolosi a livello nazionale), reggente del clan durante la detenzione del marito.

“D’Agostino-Silvestre”, facente capo ai pregiudicati D’Agostino Biagio e Silvestre Antonio, alias “Don Ndò”, inizialmente legati al clan “Ranucci” di Sant’Antimo, poi, con l’acquisizione di una posizione egemonica da parte di quest’ultimo, al clan “Puca” (sempre di Sant’Antimo), da alcuni anni operanti su Casandrino in base ad una “delega” ricevuta da parte dei due citati, potenti clan di Sant’Antimo con i quali aveva stretto un alleanza.

Tra i destinatari di ordinanza, risultano sei elementi di primo piano della criminalità organizzata dell’area il citato Marrazzo Vincenzo, detenuto; Ranucci Stefano, capo clan, attualmente detenuto; Verde Antonio, alias “capariccia”, figlio di Verde Francesco, alias “o’ negus”, deceduto in un agguato di camorra e capo indiscusso del clan “Verde”; Puca Pasquale, alias “Pasqualino o’ minorenne”, elemento apicale del clan Puca, attualmente detenuto, tratto in arresto dal Nucleo Investigativo, nel febbraio del corrente anno, perché ritenuto il mandante dell’omicidio del citato Verde Francesco; D’Aniello Giacomo, alias “mimì ò mister” detenuto, referente del clan dei “casalesi” nel Comune di Aversa e limitrofi.

Infatti nel corso dell’attività, sono emersi collegamenti tra D’Agostino Biagio ed il clan dei Casalesi, finalizzati al reperimento delle armi ed al riciclaggio di assegni provento dell’attività usuraia (ipotesi di reato però non contestata). il citato Silvestre Antonio, alias “Don Ndò”; D’Agostino Biagio, capo dell’omonimo sodalizio criminale.

Nell’ambito dell’attività, vengono acquisite indicazioni utili alla prosecuzione delle indagini inerenti:
- il tentato omicidio Marrazzo Antonio (fratello del capo clan Vincenzo), verificatosi, il 30 dicembre 2006, a Casandrino;
- l’omicidio di Pezzella Alfonso, falegname, responsabile della sezione di “Rifondazione Comunista” di Casandrino (davanti alla quale venne complito), promotore di un’associazione “antiracket” (che non fece in tempo ad avviare), ucciso, il 4 settembre 2006, per questioni legate al circuito delle estorsioni nei confronti del quale aveva assunto una posizione contrastante.

Tra i destinatari di ordinanza, emerge la posizione di un militare già effettivo alla Stazione Carabinieri di Grumo Nevano, in congedo dall’ottobre 2007, residente in Provincia di Caserta , il Brig. Russo Marcello, individuato quale “informatore” del gruppo facente capo a D’Agostino Biagio.

Si segnalano, infine, gli arresti di:

- D’Agostino Santo, figlio del capo clan Biagio, sergente maggiore, artigliere, in servizio presso una caserma dell’Esercito ubicata in Provincia di Salerno;

Bencivenga Antimo Luigi, alias “Puccettone”, figlio di un sottufficiale della Guardia di Finanza di Giugliano in Campania, uomo di fiducia del D’Agostino

Commenti

Anonimo ha detto…
tutte stronzate