IL SENATORE LUIGI COMPAGNA ACCUSA IL FISCO: CONTRO DIEGO MARADONA C'E' UNA PERSECUZIONE

Sulla vicenda che nei giorni scorsi ha visto protagonista Diego Armando Maradona, oggetto di un ennesimo 'attacco' da parte del fisco italiano, il senatore Luigi Compagna (PDL), unitamente ad altri senatori, ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'economia e delle finanze nella quale si chiede di sapere "se il Ministro non ravvisi un comportamento inutilmente vessatorio o, comunque, un eccesso ed un'ostentazione di zelo a tratti persecutorio, nelle modalita' e nei tempi delle misure attuate nei confronti di Maradona". Nell'interrogazione il senatore Compagna ricostruisce la vicenda. Nel febbraio 2005 Diego Armando Maradona era stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a pagare circa 36 milioni di euro dovuti allo Stato per le tasse evase quando giocava nella squadra del Napoli. Due anni fa l'ex giocatore del Napoli si era visto confiscare 3 milioni di euro, compenso delle sue apparizioni (risalenti al 2005) alla trasmissione televisiva 'Ballando sotto le stelle'. Poi in seguito il 6 giugno 2006 furono le Fiamme Gialle, in occasione della presenza dell'argentino a Giugliano, nell'hinterland napoletano, per una partita di beneficenza, a intimargli di presentarsi in caserma per la notifica di un provvedimento di esecuzione mobiliare emesso nei suoi confronti dal Tribunale civile di Napoli ed in tale occasione gli furono pignorati due Rolex, per un valore di circa 10.000 euro. Il 18 settembre 2009, Equitalia Trentino-Alto Adige-Sudtirol e i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Bolzano hanno nuovamente tentato di recuperare parte del debito in un noto albergo - casa di cura - di Merano, dove l'ex calciatore stava soggiornando per un ciclo di cure. "Con clamore e senza rispetto alcuno per il luogo e le circostanze -sottolinea il senatore del PDL- l'ufficiale di riscossione della Guardia di finanza avrebbe provveduto, oltre che alla notifica, anche al pignoramento immediato di orecchini del valore di circa 4.000 euro. Alla luce di quanto premesso, quindi, Compagna ha inoltre chiesto al ministro Tremonti "se non ritenga che la legittima persecuzione dell'evasione fiscale non debba svolgersi secondo criteri astratti e generali che salvaguardino comunque irrinunciabili valori di discrezione e di privacy".

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