I NAPOLETANI NON COMPRANO ABBIGLIAMENTO MADE IN CHINA. LO STABILISCE UNA RICERCA

Gli italiani scelgono di non vestire cinese: il 43,4% non compra in nessun caso un capo di abbigliamento se si accorge dall'etichetta che è made in China, il 33,4% decide di acquistarlo ugualmente. Sono i napoletani quelli che più evitano il made in China (53,6%), lo disdegnano meno i romani: il 42,7% compra ugualmente il capo. Il 33,3% dei milanesi lo acquista anche se si accorge che è made in China, ma il 42,7% non lo prende e il 20% cerca un'alternativa. Sono alcuni dei dati che emergono dall'indagine "I cittadini e la moda" realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza attraverso DigiCamere su 600 cittadini dei Comuni di Milano, Roma, Napoli e Monza. Le interviste sono state effettuate con il metodo C.A.T.I.
Gli italiani sono sempre più attenti all'etichetta: solo il 5,5%, infatti, non le guarda quando fa shopping. In fatto di moda il 32,7% è abituato a osservare se le persone indossano capi firmati: è un'abitudine meno diffusa a Monza, dato che solo il 21,2% dei monzesi presta attenzione se una persona "veste firmato" e più diffusa a Napoli (il 40,4% osserva abitualmente se si indossano capi firmati). Gli uomini si scoprono attenti alle firme (27,4%) quasi come le donne (35,3%), soprattutto a Milano: il 29,8% dei milanesi nota il capo firmato contro il 32% delle milanesi. Cresce il numero degli "ambulanti" della moda: le imprese attive nel commercio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento, calzature e pelletterie in Italia sono oltre 40.000 (+7,6% in otto mesi). Tra gli ambulanti tessili che hanno aperto un'impresa individuale nei primi mesi dell'anno più di 2.200 sono di origine extracomunitaria.

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