MADRI CHE UCCIDONO I FIGLI, LA SINDROME DI MEDEA COLPISCE NON SOLO IN ITALIA MA IN TUTTO IL MONDO

Madri che uccidono i loro figli. La sindrome di Medea colpisce le donne di tutto il mondo, donne che che dopo il parto non accettano più la loro identità sessuale e di madre, perdono il contatto con il passato. Nel nostro paese, dove - secondo i dati forniti dall'Associazione matrimonialisti italiani (Ami) - il 90 per cento dei casi di infanticidio è ad opera delle madri, la tragedia appena avvenuta a Catania di una madre di 23 anni che ha confessato di aver soffocato la figlioletta di appena cinque settimane con un cuscino, ha numerosi precedenti. Solo la scorsa settimana a Milano una donna di 36 anni ha strangolato il suo unico figlio di quattro anni con il cavo elettrico che usava per caricare il telefonino, mentre a maggio ad Imperia, una madre insieme al compagno ha massacrato di botte il figlio di 17 mesi fino spappolargli fegato e reni e fratturargli la milza. E per andare indietro negli anni, prima di arrivare a quello che divenne un caso mediatico, il delitto di Cogne del 30 gennaio 2002 in cui il piccolo Samuele Lorenzi fu ucciso dalla madre Annamaria Franzoni, altri numerosi casi di madri assassine sconvolsero le cronache italiane: nel 2007 un donna a Mezzolombardo, in Trentino, uccise la figlioletta di sei anni, affermando poi di averlo fatto "in preda a una crisi depressiva a seguito del senso di inadeguatezza materna". Nel 2004, una studentessa di 19 anni della provincia di Avellino, subito dopo il parto tenne il figlio rinchiuso in una valigia di tela per circa 15 giorni. Il cadaverino fu trovato in un convitto senese.
Ma anche le cronache internazionali sono ricche di omicidi causati dalla sindrome di Medea: negli Stati Uniti circa 500 casi di infanticidio l'anno sono determinati da forme depressive di cui soffre la madre, 40 casi in media quelli che si riscontrano in Gran Bretagna. In Germania, cadaveri di neonati, piu' di una volta sono stati trovati nei congelatori, uccisi da madri depresse, episodi che drammaticamente avvengono frequentemente anche in Francia. Dall'altra parte dell'emisfero, l'infanticidio e' frequente anche se assume un significato diverso. Esasperate da una guerra tribale che dura da oltre 20 anni, le donne della Papua Nuova Guinea uccidono i nati maschi per non fornire truppe alla guerra. Al contrario, in India è la neonata femmina ad essere considerata una 'maledizione', un danno economico e sociale. Molte donne ricorrono addirittura all'aborto se l'ecografia rivela il feto di una bimba.

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