LE FOTO DEL MORTO SOTTO L'OMBRELLONE SUL LUNGOMARE DI NAPOLI E I S OLITI STEREOTIPI SUI NAPOLETANI

A proposito della prima pagina del Corriere della Sera e del servizio a pagina 21 di oggi sulla morte di Antonio Sommariva, un 73enne stroncato da un infarto in mare alla Rotonda Diaz, vorrei aggiungere qualcosa rispetto a quanto già scritto su questa incresciosa quanto penosa vicenda dell'informazione in Italia. E mi rivolgo direttamente a Paolo Di Stefano, sapiente ed intelligente giornalista del Corriere della Sera, che ha scomodato persino Ungaretti per descrivere i napoletani usando il consueto ed oramai sempre più abusato stereotipo dell'indifferenza e del menefreghismo persino davanti allo spettacolo della morte. Caro Di Stefano (il cognome dice qualcosa sulle tue origini napoletane o campane), ma tu ci sei stato su quella spiaggia? Hai visto quello che accade a destra, a sinistra, dietro e davanti a quella foto sapientemente "tagliata" per inventare l'indifferenza dei bagnanti? Hai parlato forse con gli operatori del 118 o con gli uomini della Capitaneria di Porto prima di descrivere l'assoluta mancanza di pietà dei napoletani o peggio ancora la loro agghiacciante normalità anche rispetto a quel cadavere sul bagnasciuga ricoperto con due asciugamani? Io credo tu ti sia involontariamente prestato all'ennesimo esercizio di sputo collettivo su Napoli e i napoletani. Di tutto quello che hai scritto, mi permetto di dirti, solo una cosa ha un senso, ammesso che sia vera (e io non so dirtelo): non ci sono bagnini del comune su quella spiaggia libera del lungomare di Napoli. Il resto, tutto il resto, è invenzione, luoghi comuni, stereotipi assurdi sui napoletani. Per scoprire quante persone si sono tuffate in acqua per salvare il vecchietto, sapere chi ha tentato di rianimarlo prima dell'arrivo dei soccorsi, per comprendere quanto dolore e indignazione la gente ha espresso anche per il ritardo dei soccorsi, avresti dovuto essere sul posto. Se tu fossi stato sul posto, sono sicuro che non avresti mai scritto tutte quelle fesserie che gettano discredito gratuitamente, inutilmente e immeritatamente su Napoli e i napoletani che, per inciso, non sono mai stati indifferenti, cialtroni e menefreghisti come pure certa stampa distratta vuole dipingerli o comunque lo sono come i milanesi o i torinesi o i romani o chi ti pare. Purtroppo ti sei fidato della foto "tagliata", della didascalia e non sei riuscito ad andare oltre le falsità che quel "dipinto napoletano" . Se vai nell'archivio del tuo giornale o in quello dell'Ansa troverai la stessa foto, la stessa storia, la stessa solfa, ogni anno. Sempre a Napoli. Ma tu sei un giornalista intelligente e saprai riconoscere l'errore.

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