LA MALA DEL CEMENTO FA AFFARI D'ORO IN CAMPANIA. LO DICE LEGAMBIENTE CHE DENUNCIA: E' ISCHIA LA REGINA DELLE COSTRUZIONI ABUSIVE

Affari a gonfie vele per la mala del cemento campana. In occasione della tappa ischitana, Goletta Verde lancia l’SOS cemento abusivo. Sono oltre 6.000 le costruzioni abusive realizzate nel 2008 in Campania, per oltre 1.267 infrazioni accertate e 1.685 persone denunciate. Basterebbero i numeri del lavoro della sezione operativa navale della Guardia di finanza di Salerno a dare una vaga idea del caso Campania: in due anni, gennaio 2007 – dicembre 2008, nel territorio della costiera cilentana e amalfitana sono state denunciate 377 persone e sono stati messi i sigilli a 127 immobili tra ville, alberghi, lidi balneari e residence, per un totale di 159 mila metri quadrati di superficie e per un valore intorno ai 150 milioni di euro. A questi dati vanno aggiunti quelli delle operazioni dei Carabinieri, 223 persone denunciate per abusivismo edilizio e 73 cantieri sotto sequestro. Ischia, regina del cemento illegale. Secondo solo al traffico di rifiuti, il calcestruzzo illegale è per la Campania una vera e propria emergenza ambientale. Tra i tanti abusi si contano centinaia di casi di edifici tirati su in riva al mare. E Ischia è la regina indiscussa del cemento illecito. Sono ben 600 i manufatti abusivi censiti sull’Isola per i quali è già stata emessa la sentenza di demolizione. Nei 46 chilometri quadrati di isola si costruisce all’inverosimile, si impasta calcestruzzo senza sosta. Ed è qui che un magistrato ha deciso di “riaffermare la presenza dello Stato”. Aldo De Chiara, procuratore aggiunto di Napoli ha in programma circa 600 abbattimenti, più alcune decine nella vicina Procida. E sono solo quelli che hanno superato tutti i gradi di giudizio, resistendo a ogni ricorso, case costruite in zone protette per le quali non si è potuto usufruire del condono edilizio e non esistono più scuse. Il 30 marzo scorso le ruspe danno il via alla prima demolizione, una casa abusiva costruita nel 1998 in località Terone, nel comune di Barano. Ma ci vorranno due mesi per superare gli ostacoli frapposti dalla proprietà e completare l’intervento.
A mettersi di traverso sulla strada della legalità le Forze dell’ordine e la magistratura hanno trovato niente meno che il vescovo, monsignor Filippo Strofaldi, che ha lanciato un appello perché si sospendessero gli abbattimenti. E accanto a lui e agli abusivi, ci sono i sindaci, i sei di Ischia e quello di Procida, che hanno minacciato le dimissioni e che chiedono che il terzo condono edilizio, quello del 2003, abbia efficacia anche sulle isole del golfo di Napoli, escluse per vincoli ambientali.
Intanto il 19 maggio scorso la Procura della Repubblica di Napoli ha mandato un avviso di garanzia ai primi cittadini di Barano D’Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio d’Ischia per il rilascio di alcune concessioni edilizie in sanatoria a immobili costruiti in aree sottoposte a vincolo paesaggistico. E mentre la procura cerca di portare avanti il programma di demolizioni e i sindaci fanno i ricorsi per fermarla, c’è chi continua come se nulla fosse a tirare su case, a realizzare piscine e terrazze sul mare, ad allargare alberghi e addirittura chiese senza la minima autorizzazione.
“La posizione assunta dai sindaci di Ischia e Procida evidenzia un malcostume diffuso in tanta parte dello Stivale, Mezzogiorno compreso: per spiegare un fenomeno di illeciti e abusi così diffuso, non basta la presenza della criminalità organizzata, spesso per andare in porto le speculazioni più selvagge trovano sponde compiacenti tra i funzionari pubblici – commenta Gianluca Della Campa, portavoce di Goletta Verde. - Le sole parole d’ordine che conosciamo contro gli abusi sono demolizione e ripristino della legalità. Per riaffermare ancora una volta questi valori e per esprimere apprezzamento al lavoro che ha svolto, Legambiente assegnerà il premio Ambiente e legalità 2009 al Procuratore aggiunto di Napoli Aldo De Chiara, in occasione di Festambiente”.


Ufficio stampa Goletta Verde
Laura Genga 348 0074830

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