IL CLAN DEI CASALESI SPIAVA I MAGISTRATI CHE INTERCETTAVANO I CAMORRISTI? COSI' PARE A LEGGERE GLI ATTI DELL'INCHIESTA DELLA FINANZA A NAPOLI

Il sospetto è che la regia sia nelle mani del clan dei Casalesi. Che siano stati loro, i boss della camorra, ad aver fatto in modo che si riuscisse ad accedere ai sistemi informatici protetti della Telecom e a scoprire, cosi', chi fosse o meno intercettato dalla magistratura. Una ipotesi, questa, sulla quale sta lavorando la Dda della Procura di Napoli che, intanto, ha disposto gli arresti di tre persone: due dipendenti Telecom ed un addetto alla vigilanza che lavoravano, a Napoli, al Servizio Autorita' Giudiziaria (Sag)di Telecom.
Sono state decine le interrogazioni non autorizzate ai sistemi informatici protetti di Telecom, tra cui quello che gestisce le intercettazioni telefoniche disposte dall'Autorita' giudiziaria e l'estrazione di tabulati telefonici. Secondo quanto accertato anche dalle indagini della Guardia di Finanza, l'addetto alla vigilanza, Raffaele Veneruso, con la compiacenza di dipendenti e funzionari Telecom, "e' riuscito ad introdursi stabilmente negli uffici del Sag e ad operare sulle postazioni da cui vengono eseguite tutte le attivita' di inserimento e di gestione delle intercettazioni telefoniche e di estrazione di dati sensibili come i tabulati delle utenze telefoniche fisse e mobili". Una figura, Veneruso, considerata vicina al clan dei Casalesi. Dagli inquirenti Veneruso e' considerato "anello di congiunzione ed il canale informativo degli ambienti della locale criminalita' organizzata". Secondo quanto sostiene la Procura di Napoli, "in numerose occasioni ha fatto da autista ad una nota escort partenopea preferita, tra gli altri, dal boss Giuseppe Setola durante la sua recente latitanza". La guardia gestiva un traffico di gioielli ed orologi insieme a soggetti gravitanti in ambienti camorristici della zona orientale di Napoli sui cui sono in corso approfondimenti investigativi.
E' proprio partendo da Raffaele Veneruso che nell'ottobre 2008 ha preso il via l'indagine. Soprannominato 'la guardia', era stato indicato come 'dipendente infedele' da altri tratti in arresto e gia' condannati per condotte analoghe nel corso della precedente operazione 'Sim e' Napule'. Nei suoi 'controlli', secondo l'accusa, Veneruso avrebbe coinvolto almeno altri due soggetti - i dipendenti Telecom Maurizio De Simone e Alfonso Testa, per i quali sono stati disposti i domiciliari - che avrebbero eseguito per suo conto alcune interrogazioni non autorizzate.
La Guardia di Finanza sta eseguendo altri accertamenti. Intanto la Telecom - la cui security aziendale ha fornito collaborazione - ha deciso di chiudere il centro compartimentale di Napoli centralizzando i servizi di gestione delle intercettazioni a Roma e Milano. In una nota Telecom Italia fa presente di aver fornito alle autorita' inquirenti "la massima collaborazione per l'individuazione dei soggetti responsabili dei comportamenti illeciti fin dall'avvio piu' di un anno fa, dell'attivita' investigativa della Direzione distrettuale antimafia di Napoli".
Perquisizioni, infine, sono state effettuate anche nello studio di un avvocato civilista e amministrativista napoletano che risulta aver ricevuto dagli uffici del Sag elenchi di numeri telefonici intestati ad una societa' di servizi operante in provincia di Napoli, sui cui sono in corso ulteriore accertamenti.

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