MARIO CHIESA, IL MARIUOLO DI TANGENTOPOLI, TORNA IN CARCERE 17 ANNI DOPO LA MAZZETTA DEL PIO ALBERGO TRIVULZIO DI MILANO. TRAFFICAVA IN RIFIUTI

Da Tangentopoli a "dominus" di una struttura capace di smaltire in modo illecito i rifiuti, gonfiando fatture e pesi. Mario Chiesa, 65 anni, l'uomo da cui partì l'inchiesta Mani Pulite finisce di nuovo in manette. L'ex "mariuolo", così lo definì Bettino Craxi, torna a San Vittore dopo l'arresto del 17 febbraio 1992 quando già presidente dell'albergo Pio Trivulzio fu sorpreso a intascare una "mazzetta" da 7 milioni di lire, una rata per concedere l'appalto a un'impresa di pulizie. Un arresto che fa emergere un vasto retroscena di concussione e corruzioni a largo raggio che ha poi coinvolti numerosi esponenti della politica, della finanza e dell'imprenditoria.
Diciasette anni dopo per Chiesa e altre nove persone sono scattate le manette con l'accusa di traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata ai danni dello Stato e associazione per delinquere. E' lui, secondo i carabinieri del Noe coordinati dalla procura di Busto Arsizio (Varese), il "dominus" dell'inchiesta che ha vede complessivamente 27 indagati e il sequestro di 50milioni di euro. Diverse le società frodate e le discariche, tra le province di Milano, Brescia, Como, Alessandria, Pavia e Varese, coinvolte in una truffa milionaria. Per la Procura Chiesa, da amministratore di fatto della societa Sem srl (Servizi ecologici Milano) e attraverso una rete di conoscenza, fungeva da intermediario nella ricerca di appalti pubblici per lo smaltimento dei rifiuti. In un caso, documentato dai carabinieri, emerge che l'ex 'mariuolo' riuscì a far annullare un appalto già assegnato e far ripetere la gara. Gara poi vinta, in via telematica, dalla società partner, 'La Solarese'. Una vittoria per cui era pronto anche a denunciare i 'rivali' all'autorità giudiziaria, il tutto per ottenere maggiori guadagni "truccando" al rialzo il peso dei rifiuto.
Così Chiesa si trasforma in "mister 10%": ogni carico viene incrementato di quella percentuale per garantire maggiori guadagni. Un sistema collaudato che coinvolge, in primis, 'La Solarese' capace di svolgere l'attività illecita "in maniera costante e rodata nel tempo mediante una vera e propria organizzazione", il tutto con l'ausilio dei propri autisti e, se mai ce ne fosse bisogno, pagando con buoni di benzina e altro, i dipendenti delle società truffate per ottenere il loro silenzio. Un business che, dalle conversazioni intercettate, coinvolge l'ex uomo di Mani Pulite, il quale "ordina, consiglia e dispone il da farsi per evitare di avere brutte sorprese", spiegano gli inquirenti.
Anche scoperto Chiesa non abbandona i suoi propositi ed è pronto ad accaparrarsi il lavoro presso la società Grancasa per alterare le pesate al fine di gonfiare le fatture relative ai costi di smaltimento. E' evidente, dalle intercettazioni, che questa condizione è necessaria per formulare l'offerta per il servizio. Invece di chiedere dettagli operativi, costi e possibili guadagni leciti, si accerta sulla possibilità di "far lievitare" i pesi. E' l'unico modo, a suo dire, per guadagnare nel lavoro, e è pronto a farsi indietro nel caso in cui la società ha una sorta di pesatura, pronta a rovinargli i guadagni. E' quantità la parola d'ordine per l'ex uomo di Mani Pulite e per l'organizzazione costituita da imprenditori, dirigenti e dipendenti che hanno operato 'parallelamente' e con la copertura di strutture aziendali formalmente legittime. Un vero sistema di truffe per quanto riguarda l'aspetto qualitativo e quantitativo dei rifiuti trattati. In alcuni casi la società "gonfia" le fatture indicando alle aziende municipalizzate una raccolta di rifiuti maggiore del reale incrementando i guadagni. Oppure, attraverso l'attribuzione di un falso codice, vengono smaltiti in modo 'scorrerro' tonnellate di rifiuti che, altrimenti, avrebbero richiesto un costo maggiore. Un modus operandi illecito che consente ad ogni autista compiancente di arrivare a guadagnare fino a 5mila euro al mese. E' proprio lo smaltimento eccessivo a mettere in allarme una delle società frodate. E' nell'impianto operativo di Saronno che avvenivano le operazioni di scarico dei rifiuti speciali prelevati da altre ditte e il carico di quelli speciali destinati allo smaltimento. Un meccanismo che permetteva di essere più competitivi sul mercato, offrendo prezzi più bassi ma ripagati poi attraverso la truffa. In manette sono finiti anche quattro autisti dei mezzi di scarico dei rifiuti, a cui venivano elargiti 'benefit' come buoni pasto o buoni benzina e i 'basisti', che avrebbero dovuto controllare pesi e qualità dei rifiuti.

Commenti