CASSAZIONE, PER LE VOLGARITA' NON ESISTE LA PAR CONDICIO, SE A OFFENDERE E' IL CAPO E' PIU' GRAVE

Le volgarità non sono tutte uguali per la Corte di Cassazione l'offensività dipende da chi le dice. Se infatti sono ammesse tra persone di pari grado in quanto ''denotano soltanto impoverimento del linguaggio e dell'educazione'', sono vietatissime e passibili di condanna per ingiuria se pronunciate da superiori gerarchici. A decretare che per le volgarità non esiste la par condicio è stata la Suprema Corte nel convalidare la condanna per ingiuria a un tenente colonnello dell'Aeronautica Militare, Vittorio O., che per un anno intero, dal novembre 2002 al novembre dell'anno successivo, aveva preso a dire a tutto spiano volgarità ai suoi sottoposti. Ne era scaturita una denuncia collettiva da parte di tutti i sottoposti offesi approdata davanti al Tribunale militare di Bari che, il 15 marzo del 2007 condannava Vittorio O. a 6 mesi e 20 giorni di reclusione militare, pena interamente condonata, per i fatti di ingiuria a inferiore. Sentenza confermata dalla Corte d'Appello di Napoli lo scorso 2 aprile. Inutilmente la difesa del tenente colonnello dell'Aeronautica ha sostenuto che il graduato si rivolgeva ai suoi sottoposti con tante volgarità perché sentiva il peso “dell’adempimento di un dovere particolarmente forte, in circostanze talvolta drammatiche”. Piazza Cavour ha dichiarato inammissibile il ricorso stabilendo quando le volgarità siano da censurare e quando invece abbiano un margine di tolleranza. Quanto alla difesa sostenuta dal militare, la Cassazione l’ha giudicata “impertinente perché privo di diretto collegamento con l’uso di frasi offensive e dileggianti nei confronti dei sottoposti”. Il motivo lo ha spiegato la prima sezione penale sottolineando che ''se può ammettersi che nel linguaggio comune e tra pari molte delle espressioni volgari usate hanno perso la loro connotazione offensiva, denotando soltanto impoverimento del linguaggio e dell'educazione, le medesime espressioni rivolte a un sottoposto, in violazione delle regole di disciplina e dei principi che devono ispirarle, riassumono appieno il loro specifico significato spregiativo e lesivo, penalmente rilevante''.

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