TRAFFICO DI DROGA TRA CALABRIA E NAPOLI, SEI CONDANNE

Sei condanne, per un totale di 44 anni di carcere, e un'assoluzione, sono state sentenziate
questa sera dal giudice dell'udienza preliminare distrettuale di Catanzaro, Antonio Giglio, al termine dei giudizi abbreviati per le sette persone coinvolte nell'inchiesta antidroga condotta dalla Polizia e dalla Dda, sfociata nell'operazione "Perno". Il giudice ha ritenuto fondato l'impianto accusatorio costruito dal pm della Dda, Gerardo Dominijanni, titolare delle indagini mirate a svelare un traffico di droga - cocaina e marijuana - fra Napoli e Lamezia Terme. Scagionato da ogni accusa, Rosario Cardamone, l'unico che non finì in manette ma venne denunciato a piede libero, per poi comparire nella richiesta di rinvio a giudizio. Ritenuti colpevoli gli altri: Pasquale Notarianni, di 23 anni, considerato il promotore dell'organizzazione criminale, condannato a 9 anni (il pm ne aveva chiesti 16); il padre di quest'ultimo, Vincenzo Notarianni, 52 anni, condannato a 4 anni e 6 mesi; Domenico Torchia, 25 anni, ed i napoletani Raffaele Pugliese, 32 anni, e Aldo Lucariello, 33 anni, condannati a 5 anni e 4 mesi ciascuno; Giuseppe Grutteria, 24 anni, condannato a 4 anni e 6 mesi. Il giudice ha previsto settanta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, cui seguirà il già annunciato ricorso in appello degli avvocati (Lucio Canzoniere, Leopoldo Marchese, Tiziana D'Agosto, Pino Zofrea, Claudia Sforza, Antonella Borghese, Aldo Ferraro, Antonio Arcuri). L'operazione "Perno" portò, il 21 febbraio 2008, all'esecuzione di cinque dei sei ordini di custodia cautelare in carcere previsti nell'ordinanza emessa dal gip Tiziana Macrì a carico di altrettante persone residenti nella città della Piana ed a Napoli. In manette finirono i Notarianni, Torchia, Grutteria, e il napoletano Pugliese. Lucariello, sfuggito alla cattura, venne arrestato il 22 maggio in un bar di Guidonia Montecelio. Secondo quanto emerso dall'indagine, la banda dei lametini sarebbe stata guidata dai due Notarianni, che si sarebbero occupati di organizzare lo smercio della droga, mentre Torchia e Grutteria avrebbero avuto il compito di provvedere al rifornimento degli stupefacenti a Napoli. L'operazione prese il nome proprio dal ruolo principale che avrebbero svolto i Notarianni - i quali secondo gli investigatori sarebbero legati da vincoli familiari ai Giampà - e ha svelato anche il presunto ruolo di Pugliese e Lucariello, quali presunti fornitori a Napoli e che, in un'occasione, sarebbero stati intercettati dai poliziotti mentre trattavano affari nella casa dei Notarianni. Lo scorso anno, nell'ambito dell' indagine, Torchia e Grutteria furono arrestati allo svincolo autostradale di Lamezia perche' trovati in possesso di circa un chilogrammo di marijuana.

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