LA CONFESSIONE CHOC DEL BAMBINO DI 12 ANNI VIOLENTATO E BRUTALIZZATO NEI VICOLI DI NAPOLI AI MEDICI DEL SANTOBONO. E' CACCIA AL PEDOFILO

D., 12 anni, difficilmente dimenticherà la violenza alla quale è stato sottoposto l'altra sera: picchiato e violentato in un vicolo buio di Napoli, nessuno nei paraggi a raccogliere la sua richiesta di aiuto. Ora la squadra mobile dà la caccia ad un uomo, probabilmente un italiano, tra i 40 e i 50 anni, capelli e barba brizzolati, descritto dalla piccola vittima come "alto e sporco". E' stato lui l'orco che ieri sera, ma la notizia è trapelata solo oggi, ha attirato il ragazzino che tornava a casa con un pretesto, in un vicoletto di piazza Poderico, a metà strada tra piazza Nazionale e piazza Carlo III, zona stazione Centrale. Ed è lì che ha consumato la brutale violenza servendosi anche di un bastone. Al papà che lo ha accompagnato in ospedale ha raccontato di essere stato avvicinato dall'uomo che prima gli ha chiesto dei soldi e poi lo ha bloccato e trascinato in un vicoletto, forse un sottopasso, dove ha consumato la violenza. Nonostante lo choc le sue condizioni sono tuttavia definite buone dai sanitari dell'ospedale pediatrico partenopeo. Il ragazzino, assistito dal papà che per tutto il giorno non lo ha lasciato un attimo, ha mangiato regolarmente e gioca e scherza con gli altri piccoli pazienti dimostrando apparentemente una discreta condizione psicologica. Il bambino, comunque, ha ricevuto l'assistenza di una psicologa. Domani, su richiesta della magistratura, verranno esaminate le tracce organiche rinvenute sul suo corpo che potrebbero aiutare gli investigatori nella caccia al responsabile. "Tremava ed era sporco di sangue, aveva una ferita alla testa. L'ho accompagnato a casa e mi ha raccontato cosa gli era successo".

Commenti

Anonimo ha detto…
Commettere violenza è un reato terribilmente atroce, peggio che commettere un omicidio.
Tutt'oggi non esiste una pena sufficientemente adeguata per chi si macchia di questo reato.
Deve morire questo vigliacco pervertito. Occhio per occhio dente per dente.