ETERNIT, IL MILIARDARIO SVIZZERO SCHMIDHEINY OFFRE 60MILA EURO PER OGNI LAVORATORE MORTO NELLE FABBRICHE DEL GRUPPO PER TUMORE.IL CASO DI BAGNOLI

Sessantamila euro ai familiari di ogni lavoratore delle sedi italiane dell'Eternit morto per amianto: è la somma che Stephan Schmidheiny, il miliardario svizzero indagato a Torino per le malattie dovute al contatto con il minerale nocivo che (con esito spesso letale) hanno colpito quasi tremila persone, ha offerto alle parti lese in vista dell'apertura dell'udienza preliminare, fissata il 6 aprile. Il risarcimento è stato proposto a condizione che le famiglie non si costituiscano parte civile e non riguarda i numerosi cittadini - in prevalenza di Casale Monferrato - che si sono ammalati pur non avendo lavorato alla Eternit. Per gli altri ex dipendenti è stata indicata una somma che varia in base a diversi parametri come la percentuale di invalidita' e gli anni trascorsi nella multinazionale dell'amianto a partire dal 1973, quando la famiglia Schmidheiny ne prese la guida. La procura di Torino muove a Stephan Schmidheiny e al barone belga Louis de Cartier le accuse di disastro doloso e rimozione volontaria di cautele. Le "persone offese" indicate nel capo di imputazione sono 2.889 e si riferiscono alle sedi Eternit di Casale (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). A rappresentare queste persone un noto avvocato napoletano, Massimo Di Celmo.

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