ECCO LE FOTO DEI DUE BOSS DELLA CAMORRA, ANTONIO CAIAZZO E FRANCESCO SIMEOLI ARRESTATI A MADRID NEL RISTORANTE "BELLA NAPOLI"







Nella tarda serata di ieri, a Madrid, località Maja Dahonda in calle Romero De Torres, personale della Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione dell’Interpol e dalla polizia spagnola, ha individuato e catturato i noti boss della camorra della zona collinare di Napoli Antonio Caiazzo e Francesco Simeoli. Il capo clan Antonio Caiazzo, latitante dal mese di marzo 2007 a seguito di una sentenza di condanna a 12 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Napoli, ed il suo braccio destro Francesco Simeoli, anch’egli latitante dal mese di giugno 2007 perché colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico che interessava anche Caiazzo ed altri trenta affiliati al clan del Vomero, sono stati individuati al termine di una complessa attività investigativa. In particolare, all’individuazione dei due ricercati si è giunti dopo minuziose indagini svolte dagli investigatori della Squadra Mobile partenopea, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, il sostituto procuratore Michele Del Prete, corroborate da attività di intercettazione, nonché da ripetuti servizi di appostamento e pedinamento delle auto dagli stessi utilizzate e nei luoghi solitamente da questi frequentati.
I predetti sono stati individuati alle ore 21 circa di ieri, mentre si allontanavano da un ristorante della capitale spagnola e, dopo essere stati circondati, sono stati tratti in arresto senza che potessero opporre alcuna resistenza e senza mettere a repentaglio l’incolumità degli altri avventori che in quel momento si trovavano all’interno del locale. Un ristorante italiano, ovviamente, dal nome familiare ai boss, "la Bella Napoli".

Antonio Caiazzo, storico padrino del clan operante nei quartieri Vomero ed Arenella, è tristemente noto per la cruenta guerra di camorra che lo ha visto protagonista, negli anni ‘90, unitamente a Luigi Cimmino, altro boss scarcerato di recente, nello scontro con il gruppo capeggiato da Giovanni Alfano e che, dopo decine di morti ammazzati, culminava nel giugno del 1997, con la cd. “strage dell’Arenella”, nel corso della quale rimase uccisa, sotto il fuoco incrociato dei killer, Silvia Ruotolo.

Successivamente a tale episodio, la defezione del clan Alfano, determinata dalla collaborazione con la giustizia del killer Rosario Privato, favoriva l’ascesa del gruppo capeggiato proprio da Antonio Caiazzo il quale, nonostante una nuova faida scatenatasi questa volta con il gruppo capeggiato da Luigi Cimmino, usciva ancora una volta indenne dallo scontro, assurgendo ad attuale indiscusso capo clan dell’organizzazione camorristica denominata clan del Vomero che ha esteso il suo controllo nella zona dell’Arenella e dei Camaldoli.

Nella sua ascesa criminale Caiazzo, oltre che avvalersi della collaborazione del suo uomo di fiducia Maurizio Brandi, attualmente detenuto perché colpito dalla medesima misura cautelare, è stato costantemente fiancheggiato da Simeoli, elemento di elevato spessore criminale ed indicato da numerosi collaboratori di giustizia alla direzione del sodalizio criminale, allorquando il Caiazzo era detenuto o latitante.
Sono già state avviate le procedure per l’estradizione in Italia dei due catturandi.

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