L'EX ASSESSORE DI COSTANZO: ESISTEVA UN SISTEMA ROMEO E IO MISI IN GUARDIA ANCHE IL SINDACO IERVOLINO

Esiste un "sistema Romeo" ed è centrato sull'"accondiscendenza" di consiglieri comunali che hanno ricevuto favori dall'imprenditore e la "rassegnazione diffusa tra la dirigenza del Comune" dell'impossibilità di contrasto". A fare queste dichiarazioni agli inquirenti è Mario Di Costanzo, sentito lo scorso 23 dicembre come persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti pilotati. Di Costanzo è stato dal 27 novembre 1997 al 20 marzo 2001 assessore al Patrimonio e alla Casa del Comune di Napoli prima nella seconda Giunta Bassolino, poi Riccardo Marone. "A marzo 2001 - dice Di Costanzo - incontrando Iervolino presso la sua abitazione di Napoli la misi in guardia da Romeo con le seguenti parole 'stai attenta a Romeo perche' finisce male', precisando su sua richiesta 'perche' sono troppo diffuse, continui e insistenti le voci di collusioni di questa azienda con consiglieri comunali e dirigenti di partiti'. Registrai uno stupore a mio avviso ingiustificato da parte sua che non poteva non conoscere le vicende Romeo". L'ex assessore racconta come la sua fu proprio una "guerra" contro l'imprenditore. "Non ho mai taciuto le anomalie da me riscontrate nel rapporto tra Comune e societa' Romeo, all'epoca Er - dice - il mio incarico inizia quasi al tempo dell'aggiudicazione alla Romeo dell'appalto per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune. Si trattava della seconda gara assegnata alla società, la prima fu vinta nel 1990. Già nel corso delle procedure di gara fui sentito dal pm Maria Antonietta Troncone in relazione a dichiarazioni del consigliere di Rifondazione comunista Raffaele Carotenuto che aveva anticipato l'assegnazione della gara alla Romeo". La segnalazione e di "anomalie" e "doglianze" da parte di Di Costanzo inizia subito dopo la firma del contratto. "Le maggiori resistenze le ho incontrate all'interno del Consiglio e della Commissione consiliare patrimonio - spiega, raccontando come alcuni consiglieri avevano parenti o familiari assunti nelle imprese Romeo - altro elemento determinante (dell'insuccesso nel contrasto a Romeo, ndr.) ritengo sia stata la rassegnazione diffusa tra la dirigenza del Comune nella convinzione che il sistema creato da Romeo fosse tanto radicato da rendere impossibile qualsiasi azione di contrasto". Le anomalie segnalate però fanno sì che Bassolino istituisca un'apposita commissione che mette in luce il problema della manutenzione degli immobili comunali affidati a Romeo e che chiede il ribasso del 32% negato dall'imprenditore, e poi la decisione di prendere contatto con la società per rivedere il contratto e ancora, dopo l'elezione di Rosa Russo Iervolino, porta a una azione giudiziaria finita con verdetto favorevole a Romeo. "Il Comune non impugnò la sentenza, credo per opportunita' politica", spiega Di Costanzo.

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