PIZZO SUL CALCESTRUZZO NELLA ZONA NOLANA, TRE ARRESTI NEL CLAN FABBROCINO

Imponevano a un imprenditore di Palma Campania (Napoli) l'acquisto di calcestruzzo della ditta `La Fortuna' pretendendo il versamento del `pizzo' da versare al clan
Fabbrocino. Con queste accuse i carabinieri della Compagnia di Nola hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dalla locale Procura, nei confronti di Michele La Marca, 48 anni, Mario Di Nola, 40 anni e Sebastiano Di Capua, 51 anni. L'arresto dei tre rappresenta "l'ulteriore sviluppo delle
investigazioni che già nel giugno scorso - sottolinea in una nota il procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico - avevano portato all'arresto di Michele La Marca e di altri soggetti" che, per conto del clan Fabbrocino avevano "dato vita a un sistema di estorsioni esteso a tutte le realtà produttive della zona" imponendo alle imprese edili l'acquisto del calcestruzzo prodotto da `La Fortuna'.
La società in questione era già stata oggetto di un provvedimento di sequestro, nell'ottobre 2007, poiché era stato provato che le quote societarie erano intestate in modo fittizio agli apparenti titolari al solo scopo di eludere l'applicazione delle misure di prevenzione antimafia nei confronti di Mario Fabbrocino, boss
attualmente detenuto e condannato all'ergastolo per l'omicidio di Roberto Cutolo (figlio di Raffaele, capo della Nco, ndr) e sottoposto a regime di 41 bis. Era stato, infatti, accertato che l'impresa era "diretta emanazione della famiglia Fabbrocino". Le indagini condotte dai carabinieri hanno ulteriormente
dimostrato che, prima del sequestro, l'organizzazione criminale imponeva a chiunque volesse operare nella zona di "rifornirsi del calcestruzzo" da loro prodotto.
Le tre persone arrestate oggi sono tutte vicine alla criminalità organizzata. Michele La Marca, in particolare, era già stato individuato come l'uomo di stretta fiducia del capoclan Mario Fabbrocino. Le indagini hanno rivelato che era diventato il referente dell'attività estorsiva per conto della famiglia Fabbrocino e che, in particolare, eseguiva gli ordini che gli venivano impartiti direttamente da Mario Fabbrocino, detto `Maruzza', cognato e cugino omonimo del capoclan. Nella sua veste
di esecutore di ordini, La Marca prendeva contatti diretti con gli imprenditori, minacciandoli apertamente nel caso in cui avessero opposto rifiuto o avessero anche solo tentennato a sottostare alla pressione estorsiva e alla richiesta di versare
denaro nelle casse dell'organizzazione criminale. Mario Di Nola è il genero della persona a cui erano fittiziamente intestate le quote de `La Fortuna' ed era colui che, materialmente, gestiva l'attività prendendo contatti diretti con gli imprenditori a cui era già stata imposta la fornitura del calcestruzzo. Di Nola, infatti, andava di persona nei cantieri per costringere le vittime a pagare. Sebastiano De Capua, infine, era l'elemento di collegamento che fungeva da cerniera tra gli imprenditori e i gruppi criminali essendo la persona che, dopo
aver preso contatti con la vittima, si prestava a portare quest'ultima al cospetto di coloro che poi, materialmente, formulavano la pretesa estorsiva. Consentendo, così, a questi di agire nell'ombra.

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