CASO CONTRADA, IL TRIBUNALE SORVEGLIANZA NEGA ANCORA DIFFERIMENTO PENA. APPENA STA MEGLIO LO 007 DEVE TORNARE IN CELLA

Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli con una nuova ordinanza ha negato il differimento pena a Bruno Contrada, l'ex 007 del Sisde che sta scontando dieci anni
per concorso esterno in associazione mafiosa agli arresti domiciliari a Palermo. Lo rende noto il legale Giuseppe Lipera che parla di decisione "che lascia sconcertati e interdetti". La Suprema Corte di Cassazione aveva annullato la precedente ordinanza del 23 luglio, che aveva concesso la detenzione domiciliare ma negato, senza motivare, il differimento pena, cioè la liberazione, sul presupposto che i giudici non avevano motivato l'attuale pericolosità sociale dell'ex dirigente
generale della polizia di stato, oggi quasi 78enne, gravemente ammalato. Ora il Tribunale partenopeo, dopo il rinvio della Suprema Corte, ha inteso colmare questa lacuna citando la sentenza di condanna che riguarda episodi, spiega Lipera, "mai
elevati al rango di reato specifico (Bruno Contrada venne arrestato, condannato, poi assolto e poi nuovamente condannato, in un lungo calvario durato 16 anni, non per corruzione, non per favoreggiamento, non per interesse privato, ma solo per
'concorso esterno' in associazione mafiosa, nel 1992), che risalgono a più di 26 anni fa". Ora nonostante la questura di Palermo "abbia reiteratamente segnalato, sulla base di attività infoinvestigativa - aggiunge il difensore dell'ex
superpoliziotto - l'assenza di collegamenti di alcun genere e quindi pericolosità sociale, il Tribunale di Napoli richiama un parere apodittico del pm di Palermo che, pur in mancanza di elementi, ritiene che il Contrada abbia collegamenti tendenzialmente permanenti. Tutto questo è semplicemente assurdo e - avverte - sarà stigmatizzato nei modi e termini di legge e in tutte le sedi opportune".

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