TRUFFE ALLA TELECOM PER UN VALORE DI OLTRE 50 MILIONI DI EURO, 16 ARRESTI A NAPOLI
Altre sedici persone (ma le ordinanze di custodia cautelare erano diciotto) sono state arrestate nell'ambito della inchiesta della procura di Napoli denominata
"Sim 'e Napule" che ha portato, nell'aprile scorso, ad undici arresti per una serie di truffe alla Telecom perpetrate da una organizzazione che si avvaleva di addetti alle pulizie nella sede partenopea del gruppo telefonico. I reati contestati agli
indagati, per i quali sono stati concessi arresti domiciliari, vanno dall'associazione a delinquere, all'abusiva introduzione in sistemi telematici, alla truffa con l'aggravante di favorire associazioni di stampo camorristico. Due dei destinatari dei provvedimenti si sono resi irreperibili. L'intromissione abusiva nel sistema informatico di Telecom Italia Spa ha consentito di realizzare una frode con danni alla compagnia stimati in 50 milioni di euro, ricaricando centinaia di sim card telefoniche cellulari intestate a nomi di fantasia o ad extracomunitari. L'operazione veniva effettuata da personale Telecom e da personale addetto alle pulizie dei locali di Telecom utilizzando login di operatori che al momento
dell'effettuazione dell'operazione non erano in servizio. Le indagini hanno fatto emergere anche collegamenti della banda con il clan Contini al quale veniva destinata una parte del guadagno illecito, stimata in 600 mila euro.
"Sim 'e Napule" che ha portato, nell'aprile scorso, ad undici arresti per una serie di truffe alla Telecom perpetrate da una organizzazione che si avvaleva di addetti alle pulizie nella sede partenopea del gruppo telefonico. I reati contestati agli
indagati, per i quali sono stati concessi arresti domiciliari, vanno dall'associazione a delinquere, all'abusiva introduzione in sistemi telematici, alla truffa con l'aggravante di favorire associazioni di stampo camorristico. Due dei destinatari dei provvedimenti si sono resi irreperibili. L'intromissione abusiva nel sistema informatico di Telecom Italia Spa ha consentito di realizzare una frode con danni alla compagnia stimati in 50 milioni di euro, ricaricando centinaia di sim card telefoniche cellulari intestate a nomi di fantasia o ad extracomunitari. L'operazione veniva effettuata da personale Telecom e da personale addetto alle pulizie dei locali di Telecom utilizzando login di operatori che al momento
dell'effettuazione dell'operazione non erano in servizio. Le indagini hanno fatto emergere anche collegamenti della banda con il clan Contini al quale veniva destinata una parte del guadagno illecito, stimata in 600 mila euro.
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