IMPRENDITORE COLLUSO CON IL CLAN DEI CASALESI SI PENTE E CHIAMA IN CAUSA IL DEPUTATO DEL PDL LANDOLFI E IL SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA COSENTINO

C'è un imprenditore che per anni ha fatto affari nel ciclo della spazzatura, ha avvelenato la Campania con i rifiuti tossici e ha riciclato montagne di denaro della camorra dei Casalesi. Ora quest'uomo, Gaetano Vassallo sta collaborando con la giustizia. Sta svelando le collusioni tra le cosche casertane, gli uomini politici, i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine. Da giugno, quando è stato arrestato, ad oggi, ha denunciato dieci suoi fratelli e fatto sequestrare alla sua famiglia beni per oltre 50 milioni di euro. Ed ha firmato numerosi verbali d'interrogatorio depositati agli atti per un'udienza preliminare relativa ad un procedimento su un consorzio di gestione dei rifiuti nel casertano. Vassallo chiama in causa il deputato del Pdl Mario Landolfi, già imputato in questo procedimento con l'accusa di corruzione aggravata, e il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino che, spiega il pentito ai magistrati della Dda, ha conosciuto attraverso Francesco Bidognetti, ovvero il capo dei capi del clan dei Casalesi, in un periodo antecedente il suo arresto. Ed è sempre il pentito Vassallo che riferisce dei rapporti d'affari di altri imprenditori con i Casalesi (tra questi anche Michele Orsi, ucciso dai sicari sotto casa a Casal di Principe) e di come i due esponenti del Pdl Landolfi e Consentino chiedessero favori e assunzioni in società in odore di mafia. Non solo, sempre a sentire il pentito, Cosentino si sarebbe anche impegnato a far trasferire un detenuto vicino alla cosca dei Casalesi. Come l'avrebbe fatto e se mai questo detenuto sia stato trasferito non si sa, restano però le accuse del collaboratore di giustizia che andranno ovviamente riscontrate dalla procura antimafia di Napoli. I due politici, Landolfi e Cosentino, respingono sdegnati ogni loro accostamento ad ambienti mafiosi e, nel caso di Cosentino, afferma di non aver mai conosciuto il Vassallo. Silenzio tombale della procura antimafia sulla pubblicazione dei verbali d'interrogatorio zeppi però di omissis. Segno che altri soggetti importanti, insospettabili, vengono in qualche modo chiamati in causa dai pentiti. In un'inchiesta che promette un finale dirompente.

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