DISASTRO RIFIUTI E SPERPERI DI RISORSE AL COMMISSARIATO DI GOVERNO PER L'EMERGENZA, INDAGINI CHIUSE SU BASSOLINO, FACCHI, VANOLI E ALTRI 2 INDAGATI
Cinque avvisi di chiusura delle indagini sono stati notificati dai carabinieri del comando provinciale di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione del commissariato rifiuti in Campania. A quanto si apprende uno degli avvisi è stato notificato al presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, ex commissario di governo per l'emergenza rifiuti in Campania.
I reati contestati sono peculato aggravato in concorso e falso ideologico e materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Si tratta di uno spezzone dell'inchiesta madre sugli sperperi del Commissariato di governo che per anni si è occupato dell'emergenza rifiuti.
Oltre Bassolino, nella sua qualità di commissario di governo per l'emergenza rifiuti, gli altri quattro destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal pm della Procura di Napoli, Giancarlo Novelli, sono: Raffaele Vanoli, vice commissario vicario per l'emergenza rifiuti all'epoca dei fatti, Enrico Soprano, avvocato e consulente esterno della struttura commissariale, Michele Carta Mantiglia, un altro professionista legato al commissariato da un rapporto di collaborazione, Giulio Facchi, subcommissario all'epoca dei fatti contestati. Soltanto Soprano e Carta Mantiglia avevano già ricevuto un avviso di garanzia. Il danno erariale complessivamente stimato dagli inquirenti ammonta a circa 300.000 euro. Dalla notifica dell'avviso gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie e documenti o per rilasciare dichiarazioni. Trascorso questo termine il pm deciderà se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati o se archiviare.I fatti contestati dalla Procura di Napoli - che oggi ha notificato cinque avvisi di chiusura delle indagini preliminari nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione del commissariato rifiuti - vanno dal giugno al settembre del 2001 per quanto concerne le posizioni di Bassolino, Vanoli e Soprano e dal giugno 2002 al luglio 2003 per quanto riguarda invece lo stesso Vanoli, Facchi e Mantiglia. Le indagini degli inquirenti sono incentrate sul ricorso del commissariato rifiuti - gestito all'epoca da Bassolino - alle consulenze esterne, soffermandosi in particolare su quella fornita dall'avvocato Enrico Soprano. Secondo gli inquirenti "le irregolarità riscontrate attengono soprattutto al dissennato ricorso all'affidamento degli incarichi esterni di consulenza affidati a detto professionista, anche per questioni che difficilmente possono configurarsi di particolare complessita' e importanza". Tale ricorso alle professionalità esterne, inoltre, appare agli inquirenti ingiustificato alla luce del fatto che la struttura commissariale era dotata di un ufficio legale composto da cinque laureati regolarmente assunti. Per la Procura ci sarebbero state erronee liquidazioni in favore del professionista al quale - è la tesi degli inquirenti - invece di riconoscere un compenso determinato sulla base delle tariffe professionali, come stabilito negli atti di nomina, veniva sistematicamente riconosciuto un onorario di gran lunga superiore a quello previsto dall'applicazione delle tariffe professionali degli avvocati. Per Bassolino e Vanoli, commissario e vicecommissario, viene ipotizzata l'accusa di concorso in peculato per aver autorizzato e firmato il decreto di liquidazione per l'elargizione di somme di danaro pubblico in favore di Soprano come onorario per le consulenze prestate "laddove gli stessi, chiamati ad esibire la documentazione in base alla quale hanno disposto il pagamento delle somme, non sono stati in grado di produrre gli elaborati prodotti da Soprano ed in base ai quali avrebbero disposto il pagamento". In particolare viene contestata dalla Procura una dispendiosa duplicazione degli incarichi con il pagamento di due onorari dell'importo di 154 milioni di lire ciascuno per l'assistenza legale prestata dall'avvocato napoletano per la redazione di due contratti pressocchè identici, nella forma e nella sostanza, che riguardavano il commissariato. Contratti che non sono mai stati rinvenuti nella struttura commissariale. A Bassolino e Vanoli viene contestato inoltre il falso ideologico e materiale per avere attestato in due decreti di pagamento firmati da Bassolino (il n. 396 del 8/6/2001 per un importo di 62.582 euro e il n.627 del 21/9/2001 per un importo di 87.653 euro) che le consulenze professionali dell'avvocato Soprano erano retribuite in modo conforme alle tariffe professionali vigenti e che i pareri richiesti erano stati tutti resi mentre di alcuni di essi (precisamente quelli di cui alle fatture 167, 168 e 169 del 5/6/2001 e 212 del 18/6/2001) non è stata trovata traccia negli uffici del commissariato.
C'è anche una consulenza da 413 euro al giorno, assegnata dal commissariato rifiuti in Campania al ragioniere Michele Carta Mantiglia, di origini bergamasche, tra le circostanze sulle quali la Procura partenopea vuole vedere chiaro nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione del commissariato rifiuti che oggi ha visto la notifica di conclusione delle indagini preliminari per cinque indagati. Secondo l'ipotesi formulata dal pm Giancarlo Novelli la tariffa prescelta dal commissariato "è quella espressamente prevista per il caso in cui il ragioniere, per svolgere il proprio mandato, è costretto ad allontanarsi per tutta la giornata dal suo studio". Una circostanza impossibile, nel caso di Carta Mantiglia, che non essendo iscritto all'albo dei ragionieri, (pur avendo conseguito il titolo, ndr) "non svolgeva nè poteva svolgere alcuna attivita' di ragioniere".
Per questo motivo al vicecommissario Vanoli, in quanto pubblico ufficiale che aveva la disponibilità delle somme erogate e al subcommissario Facchi, (autore di una nota in cui - secondo l'accusa - dà indicazioni perchè a Mantiglia vengano corrisposte anche le spese di viaggio e soggiorno che non erano previste all'atto della nomina) viene contestata l'ipotesi di concorso in peculato e falso ideologico per aver disposto il pagamento di 72.914 euro in favore del ragioniere. Secondo il pm anche per Mantiglia, come per l'avvocato Soprano, i compensi erogati sono stati calcolati erroneamente in base alle tariffe professionali previste per i ragionieri professionisti, essendo invece inapplicabili nella fattispecie. L'accusa evidenzia inoltre che non è stato rinvenuto nessun atto nella struttura commissariale che comprovi l'attività svolta da Mantiglia per conto del commissariato.
I reati contestati sono peculato aggravato in concorso e falso ideologico e materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Si tratta di uno spezzone dell'inchiesta madre sugli sperperi del Commissariato di governo che per anni si è occupato dell'emergenza rifiuti.
Oltre Bassolino, nella sua qualità di commissario di governo per l'emergenza rifiuti, gli altri quattro destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal pm della Procura di Napoli, Giancarlo Novelli, sono: Raffaele Vanoli, vice commissario vicario per l'emergenza rifiuti all'epoca dei fatti, Enrico Soprano, avvocato e consulente esterno della struttura commissariale, Michele Carta Mantiglia, un altro professionista legato al commissariato da un rapporto di collaborazione, Giulio Facchi, subcommissario all'epoca dei fatti contestati. Soltanto Soprano e Carta Mantiglia avevano già ricevuto un avviso di garanzia. Il danno erariale complessivamente stimato dagli inquirenti ammonta a circa 300.000 euro. Dalla notifica dell'avviso gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie e documenti o per rilasciare dichiarazioni. Trascorso questo termine il pm deciderà se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati o se archiviare.I fatti contestati dalla Procura di Napoli - che oggi ha notificato cinque avvisi di chiusura delle indagini preliminari nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione del commissariato rifiuti - vanno dal giugno al settembre del 2001 per quanto concerne le posizioni di Bassolino, Vanoli e Soprano e dal giugno 2002 al luglio 2003 per quanto riguarda invece lo stesso Vanoli, Facchi e Mantiglia. Le indagini degli inquirenti sono incentrate sul ricorso del commissariato rifiuti - gestito all'epoca da Bassolino - alle consulenze esterne, soffermandosi in particolare su quella fornita dall'avvocato Enrico Soprano. Secondo gli inquirenti "le irregolarità riscontrate attengono soprattutto al dissennato ricorso all'affidamento degli incarichi esterni di consulenza affidati a detto professionista, anche per questioni che difficilmente possono configurarsi di particolare complessita' e importanza". Tale ricorso alle professionalità esterne, inoltre, appare agli inquirenti ingiustificato alla luce del fatto che la struttura commissariale era dotata di un ufficio legale composto da cinque laureati regolarmente assunti. Per la Procura ci sarebbero state erronee liquidazioni in favore del professionista al quale - è la tesi degli inquirenti - invece di riconoscere un compenso determinato sulla base delle tariffe professionali, come stabilito negli atti di nomina, veniva sistematicamente riconosciuto un onorario di gran lunga superiore a quello previsto dall'applicazione delle tariffe professionali degli avvocati. Per Bassolino e Vanoli, commissario e vicecommissario, viene ipotizzata l'accusa di concorso in peculato per aver autorizzato e firmato il decreto di liquidazione per l'elargizione di somme di danaro pubblico in favore di Soprano come onorario per le consulenze prestate "laddove gli stessi, chiamati ad esibire la documentazione in base alla quale hanno disposto il pagamento delle somme, non sono stati in grado di produrre gli elaborati prodotti da Soprano ed in base ai quali avrebbero disposto il pagamento". In particolare viene contestata dalla Procura una dispendiosa duplicazione degli incarichi con il pagamento di due onorari dell'importo di 154 milioni di lire ciascuno per l'assistenza legale prestata dall'avvocato napoletano per la redazione di due contratti pressocchè identici, nella forma e nella sostanza, che riguardavano il commissariato. Contratti che non sono mai stati rinvenuti nella struttura commissariale. A Bassolino e Vanoli viene contestato inoltre il falso ideologico e materiale per avere attestato in due decreti di pagamento firmati da Bassolino (il n. 396 del 8/6/2001 per un importo di 62.582 euro e il n.627 del 21/9/2001 per un importo di 87.653 euro) che le consulenze professionali dell'avvocato Soprano erano retribuite in modo conforme alle tariffe professionali vigenti e che i pareri richiesti erano stati tutti resi mentre di alcuni di essi (precisamente quelli di cui alle fatture 167, 168 e 169 del 5/6/2001 e 212 del 18/6/2001) non è stata trovata traccia negli uffici del commissariato.
C'è anche una consulenza da 413 euro al giorno, assegnata dal commissariato rifiuti in Campania al ragioniere Michele Carta Mantiglia, di origini bergamasche, tra le circostanze sulle quali la Procura partenopea vuole vedere chiaro nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione del commissariato rifiuti che oggi ha visto la notifica di conclusione delle indagini preliminari per cinque indagati. Secondo l'ipotesi formulata dal pm Giancarlo Novelli la tariffa prescelta dal commissariato "è quella espressamente prevista per il caso in cui il ragioniere, per svolgere il proprio mandato, è costretto ad allontanarsi per tutta la giornata dal suo studio". Una circostanza impossibile, nel caso di Carta Mantiglia, che non essendo iscritto all'albo dei ragionieri, (pur avendo conseguito il titolo, ndr) "non svolgeva nè poteva svolgere alcuna attivita' di ragioniere".
Per questo motivo al vicecommissario Vanoli, in quanto pubblico ufficiale che aveva la disponibilità delle somme erogate e al subcommissario Facchi, (autore di una nota in cui - secondo l'accusa - dà indicazioni perchè a Mantiglia vengano corrisposte anche le spese di viaggio e soggiorno che non erano previste all'atto della nomina) viene contestata l'ipotesi di concorso in peculato e falso ideologico per aver disposto il pagamento di 72.914 euro in favore del ragioniere. Secondo il pm anche per Mantiglia, come per l'avvocato Soprano, i compensi erogati sono stati calcolati erroneamente in base alle tariffe professionali previste per i ragionieri professionisti, essendo invece inapplicabili nella fattispecie. L'accusa evidenzia inoltre che non è stato rinvenuto nessun atto nella struttura commissariale che comprovi l'attività svolta da Mantiglia per conto del commissariato.
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