APPELLI AL QUOTIDIANO IL GOLFO E AL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO: ISCHIA PONTE NON DEVE MORIRE
dal Corriere del Mezzogiorno del 26 luglio 2008
dal quotidiano il Golfo del 25 luglio 2008
Caro direttore, tralascio ogni superflua e melensa dichiarazione d’amore per l’isola d’Ischia ed Ischia Ponte in particolar modo)e risparmio ai tuoi lettori (oltre che a te)la banalità che quest’isola mi è entrata nel sangue e nel cuore, che non riesco più a farne a meno, che non posso più vivere senza vedere il Castello Aragonese. E spesso mi costa soldi e fatica rientrare a Ischia da qualche parte dell’Italia e del mondo dove mi trovo per ragioni di lavoro. Quello che non ti risparmio, però, è una richiesta di aiuto: da ischitano d’adozione ancora non sono riuscito a comprendere alcune cose e dunque ti prego di farmele comprendere, se ti è facile. Secondo te, perché mai il lungomare Aragonese di Ischia Ponte è ridotto nelle condizioni in cui siamo costretti a vederlo ogni giorno che iddio ci fa vivere su questa terra? Perchè un lungomare meraviglioso come quello Aragonese deve essere “usato” come retrobottega, parcheggio selvaggio di auto, pisciatoio pubblico per bipedi, cagatoio per quadrupedi, scogli trasformati in depositi di masserizie, località di campeggio per una notte di bancarellari, zona franca notturna per balordi d’ogni risma, giostre e giostrai e ora anche palco a mare con tanto di camerini per qualunque tipo di concerto, concertino, bande, teatro, teatrino, balli, balletti e chi più ne ha ne metta? Roba da far perdere la pace persino a Gesù Cristo, che di pazienza, notoriamente, ne ha avuta tanta verso gli umani e gli ignavi in particolare. Caro direttore, non da turista, ma da ischitano, (perdonami la banalità, ma ogni mese il sindaco della città di Ischia prende dalla mia busta paga senza ch’io lo autorizzi ben 89 euro solo di addizionale ente locale)perché tutto questo? Perché non esiste un amministratore di questo comune capace di comprendere le potenzialità di questo lungomare, del Castello, degli Scogli a Mare, dell’incantevole Borgo, della fatata baia di Cartaromana? Perché non si può godere di un progetto per questa zona che ne preservi lo splendore, ne incrementi l’attrattiva turistica, la tenga al riparo da speculazioni d’ogni tipo? Perché nessuno si accorge (anzi fa finta di non accorgersi) che il Borgo sta morendo, lo stanno snaturando, si sta trasformando in un surrogato dei vicoli di Napoli? Possibile che il sindaco in carica che ha messo fiori dappertutto, prato verde ovunque, ancora non ha trovato il tempo di venire a prendere un caffè a Ischia Ponte, di farsi una passeggiata sul lungomare Aragonese per rendersi conto dei delitti che quotidianamente si consumano? Possibile che non si riesce a capire che non si può prostituire un borgo così bello per ogni sorta di spettacolino che toglie la pace a chi pensava di averla trovata in questo paradiso? Ecco, io non auguro al sindaco di Ischia di trovarsi di fronte al pastore inviperito del comune di Vallemaio che stufo delle sagre l’ha bastonato, ma gli dico di fare presto perché è tardi e rischia di essere preso all’amo da qualche pescatore che non ce la fa più a vivere in quello che prima era il suo paradiso. Ed io, con tutto il rispetto che si deve ad un primo cittadino, non sono così sicuro di poter dare torto a chi dice basta, basta basta. Salviamo Ischia Ponte. Paolo Chiariello
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