VOLGARITA' IN CLASSE, DENUNCIATI CINQUE RAGAZZINI E LA LORO INSEGNANTE

Atti osceni in luogo pubblico: sono le accuse che la polizia del commissariato di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, intende contestare a tre dodicenni, due tredicenni e alla loro insegnante, una signora quarantenne colpevole, secondo gli inquirenti, di aver consentito ai ragazzini, in preda evidentemente ad una crisi ormonale di misurarsi davanti a tutta la classe, in orario di lezione, gli attributi sessuali. Messa così la storia, l’accusa di concorso in atti osceni per l’insegnante, non si capisce, visto che lei dice di non aver visto i ragazzini fare le volgarità di cui sono accusati. Quello che è certo, per ora, è che quella che a qualcuno può sembrare una ragazzata, viene invece dipinta dalla polizia come una brutta storia che potrebbe avere anche ulteriori sviluppi, anche se a Sant’Antimo, il grosso centro del Napoletano dove si trova la scuola, in tanti si dicono stupefatti da tanto baccano. E' distrutto, amareggiato, il preside della scuola, Andrea Cuozzo, che pare rischi anche lui chissà quali sanzioni da parte dei poliziotti, perché pare che sapesse di queste volgarità in classe, in quanto denunciategli più volte dalla mamma di un alunno, ma nonostante ciò non avrebbe mai preso provvedimenti, almeno sino a quando la polizia non è intervenuta.
Ma quali sono le prove che la polizia ha raccolto per formulare queste accuse? Una denuncia anonima, qualche chiacchierata fatta con qualche ragazzino che ha confermato certe pratiche in classe o in bagno (sempre all’insaputa dell’insegnante) e non si sa cos’altro. Basta tutto ciò per contestare reati penali così gravi a ragazzini di 13 anni? Per la polizia sì, per il preside, invece, è troppo, davvero troppo, pur riconoscendo la gravità della situazione. I cinque ragazzini sporcaccioni, in ogni caso, sono stati sospesi dalle lezioni.

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