DIOSSINA NELLA MOZZARELLA? L'ALLARME ERA UNA BUFALA CHE HA PROVOCATO DANNI AL SETTORE LATTIERO-CASEARIO PER 80MILIONI DI EURO

Arrivano i primi risultati degli esami di laboratorio per capire se la mozzarella di bufala campana è avvelenata dalla diossina. I test sono stati eseguiti in un laboratorio di Amburgo, in Germania, così come richiesto dall’Unione Europea che ha preteso controlli random fatti anche da strutture sanitarie non italiane. Ebbene, in 17 casi su 50, i test eseguiti in Germania hanno accertato l’assoluta genuinità del latte usato per produrre la mozzarella col marchio dop campano. Gli altri 33 campioni di latte verranno controllati sempre ad Amburgo nei prossimi giorni. Questi primi controlli, in ogni caso, consentono al settore lattiero caseario campano di tirare un primo sospiro di sollievo, dopo alcune settimane di amarezze. Infatti, una volta resi noti i test, sono stati dissequestrati i primi 30 allevamenti di bufale e una sessantina di caseifici potranno tornare a produrre mozzarella. Si tratta di quei caseifici che erano stati precauzionalmente fermati dai carabinieri del Noe per eseguire indagini sanitarie mirate. Insomma tanto rumore per nulla, anche se resta tutta l’amarezza per la psicosi da diossina nel latte che ha procurato danni economici ingentissimi ad uno dei comparti economici più importanti della regione Campania. I danni sinora accertati al solo settore lattiero caseario regionale dall’inizio della crisi ad oggi sono stimati in almeno 80 milioni di euro. Governo e assessorato regionale all’agricoltura hanno però intenzione di intervenire con aiuti diretti ed indiretti al comparto duramente ed ingiustamente colpito da blocchi alle esportazioni immotivati e dai mancati acquisti da parte dei consumatori impauriti dalle notizie apparse sui media internazionali e nazionali. Da questi primi dati, in effetti, sembra avere ragione chi denunciava la sproporzione dell’allarme lanciato rispetto ai reali rischi sanitari legati alla presenza di diossina nella mozzarella campana. In ogni caso per una visione globale della situazione occorrerà attendere ancora qualche giorno. Giusto il tempo che anche i laboratori di Teramo, Bologna e Porto Marghera assieme a quello di Amburgo ultimino i loro controlli. Solo allora sapremo fino a che punto è stato lecito lanciare o comunque favorire l’allarme diossina sui mezzi d’informazione.

Commenti