IL PARROCO DI FUJETEVENNE, DON FRANCO RAPULLINO, DICE MESSA NELLA CHIESA INAGIBILE E GUADAGNA UN PO' DI NOTORIETA' ESPONENDO SE STESSO E I FEDELII A RISCHI SERI
Chiusa dallo scorso 15 marzo sulla
base di un provvedimento del Comune di Napoli che ne ha vietato
l'esercizio del culto per una lesione sulla facciata, la chiesa
di Santa Maria della Neve e' stata riaperta al pubblico stamani
per iniziativa del parroco, don Franco Rapullino, che vi ha
celebrato messa alle 9.
''In un momento in cui tutto crolla - ha spiegato il
sacerdote dall'altare davanti a una cinquantina di fedeli - cio'
che non crolla e' la nostra fede in Dio. Il quartiere e'
smarrito e il dovere di un buon pastore e' rasserenare il suo
gregge che sente il bisogno di tornare alla normalita'''.
L'edificio di culto, che dista un centinaio di metri dal
palazzo parzialmente crollato un mese fa alla Riviera di Chiaia
di Napoli, era stato dichiarato inagibile in seguito ai rilievi
effettuati dai vigili del fuoco che, dopo la caduta di un pezzo
di cornicione, avevano certificato la presenza di una lesione
nella facciata e di rigonfiamenti nel muro perimetrale.
Da allora il parroco ha avviato gli interventi di messa in
sicurezza ma, nonostante le rassicurazioni ricevute sulla
statica dell'edificio, e' ancora in attesa dell'ok per riaprire.
Di qui la decisione di tornare a dire messa nonostante il
divieto in vigore, e di far entrare lo stesso i fedeli, ma non
dall'ingresso principale che e' sigillato, ma da una porta
laterale.
''Il mio avvocato mi aveva consigliato di non farlo, ma io ho osato - ha spiegato don Franco -.In attesa che tutto si riveli una bolla di sapone, ho voluto dare un segnale di normalita' al quartiere. E' come dire messa a porte chiuse, come cristiani nelle catacombe - ha scherzato con i fedeli - ma ci sono anche le porte aperte che sono quelle della nostra fede in Dio, e voi da quelle siete entrati''. La volonta' di riaprire l'antica chiesa Cinquecentesca molto cara ai pescatori di Mergellina nei giorni scorsi era stata oggetto di un tam tam nel quartiere fino a ieri, quando nella messa vespertina, don Franco aveva dato appuntamento alle 9 di domenica. ''Se va male, portatemi le arance'', aveva ironizzato. Terminata la celebrazione, il parroco di Chiaia si e' recato a celebrare messa alle Terme di Agnano, dove da oltre un mese sono alloggiati molti degli sfollati della Riviera di Chiaia.
''Il mio avvocato mi aveva consigliato di non farlo, ma io ho osato - ha spiegato don Franco -.In attesa che tutto si riveli una bolla di sapone, ho voluto dare un segnale di normalita' al quartiere. E' come dire messa a porte chiuse, come cristiani nelle catacombe - ha scherzato con i fedeli - ma ci sono anche le porte aperte che sono quelle della nostra fede in Dio, e voi da quelle siete entrati''. La volonta' di riaprire l'antica chiesa Cinquecentesca molto cara ai pescatori di Mergellina nei giorni scorsi era stata oggetto di un tam tam nel quartiere fino a ieri, quando nella messa vespertina, don Franco aveva dato appuntamento alle 9 di domenica. ''Se va male, portatemi le arance'', aveva ironizzato. Terminata la celebrazione, il parroco di Chiaia si e' recato a celebrare messa alle Terme di Agnano, dove da oltre un mese sono alloggiati molti degli sfollati della Riviera di Chiaia.
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