CALCIO: MORATTI FURIBONDO, NON CREDO A BUONA FEDE RIGORE INESISTENTE E INGIUSTO, SQUADRA NON CONSIDERATA
Massimo Moratti e' furente. La
sconfitta dell'Inter contro l'Atalanta non gli va giu', ma il
suo unico commento riguarda l'episodio chiave della sfida: il
rigore concesso sul 3-1 in favore dei bergamaschi. ''Dopo un
rigore cosi' inesistente non credo alla buona fede - dice
Moratti al termine della gara - Un rigore di questo genere
cambia una partita, e' ingiusto e mette la squadra in condizione
di sentirsi non considerata. Credo siano ventuno le partite in
cui non ci danno un rigore, statisticamente credo sia
impossibile non avere avuto occasioni in area per ventuno
partite''.
Il dato e' stato ribadito piu' volte anche da Andrea
Stramaccioni, furibondo in egual modo. I nerazzurri si sentono
fortemente penalizzati dalle decisioni arbitrali, ma se dopo la
sfida contro la Juventus Moratti aveva scelto il basso profilo
(''C'era un fallo in area su Cassano, ma e' inutile
lamentarsi'', aveva dichiarato il presidente), stavolta i toni
sono ben diversi e somigliano molto a quelli utilizzati a meta'
del girone d'andata, quando l'oggetto della discussione era
stato il penalty non concesso a Ranocchia nel finale di
Inter-Cagliari e i tanti episodi che aveva costellato le partite
precedenti (il mancato rosso a Lichsteiner con la Juventus e un
rigore concesso ancora all'Atalanta nella sfida di andata).
Quel che colpisce della sfuriata di Moratti e' soprattutto la
certezza sulla mancanza di buona fede da parte dei direttori di
gara. Mai il presidente nerazzurro si era spinto fino a questo
punto, pur sottolineando come il periodo di crisi fosse coinciso
con una serie di errori ''non tutti dovuti a mancanze della
squadra'', secondo quanto ripetuto in piu' occasioni.
Moratti non e' entrato nel merito della prestazione, che ha
visto l'Inter colpita dall'ennesimo infortunio (Cassano) e
precipitata a otto punti dal terzo posto. A questo punto
l'obiettivo Champions diventa una chimera, ma evidentemente il
presidente e' convinto che la classifica sia figlia non solo dei
limiti del collettivo, ma anche di una serie di decisioni
arbitrali che rischiano di pesare non poco a stagione conclusa.
L'Inter non ha fatto una figuraccia, contando le assenze
importanti soprattutto in attacco, al contrario ha provato fino
all'ultimo a riacciuffare il pareggio (clamorosa l'occasione
capitata a Ranocchia). Alla fine il presidente potrebbe
riconfermare Stramaccioni, travolto da eventi negativi di ogni
tipo. Errori arbitrali compresi.
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