PONTE STRETTO: DOPO PROROGA SI APRE PISTA CINESE ZAMBERLETTI (STRETTO MESSINA), PECHINO PRONTA A FINANZIARE
Nell'incertezza che regna attorno
al futuro del Ponte sullo Stretto, spunta anche la pista cinese.
Dopo la proroga di due anni decisa dal Governo Monti nell'ultimo
consiglio dei ministri, e' il presidente del Cda della societa'
Stretto di Messina, Giuseppe Zamberletti, a riportare
l'attenzione sul possibile arrivo dei capitali del Dragone
nell'opera che da 31 anni, quando fu costituita la societa'
pubblica Ponte di Messina spa, anima lo scontro tra sostenitori
e detrattori della faraonica infrastruttura, che in questa lunga
fase preliminare e' gia' costata 300 milioni di euro.
''Ci sono capitali cinesi pronti a finanziare l'opera'', ha
spiegato Zamberletti, citando il fondo China Investment
Corporation (Cic) di cui aveva fatto cenno gia' l'anno scorso il
ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Ma, insiste
''diverse societa' di costruzioni cinesi sono interessate'', fra
cui il colosso industriale China Communication and Costruction
Company (Cccc) che ha partecipato alla costruzione del ponte di
Huagzhou, il piu' lungo del mondo (36 chilometri) e di quello di
Su Tong Yangtze (32 chilometri).
In soccorso alle tesi di Zamberletti, arriva anche il
professor Enzo Siviero, docente all'Universita' di Venezia e
consulente dei grandi gruppi internazionali che si occupano di
infrastrutture: ''nelle settimane scorse - spiega al Giornale di
Sicilia - a Istanbul, dove Astaldi sta per iniziare la
costruzione del terzo ponte sul Bosforo, c'e' stato un incontro
fra i rappresentanti della Cccc e Giuseppe Fiammenghi, direttore
generale della Societa' Ponte di Messina. I cinesi hanno
consegnato un memorandum in cui si dichiarano disponibili a
realizzare l'opera''.
La Cccc, nel memorandum, non limiterebbe le sue mire alla
realizzazione dell'attraversamento stabile tra Scilla e Cariddi,
ma ha messo a punto un progetto, denominato ''Ulisse'', per
costruire una piattaforma logistica da Gioia Tauro a Trapani,
mentre sarebbe interessata anche a interventi sulle ferrovie da
Napoli in giu', compreso il raddoppio della linea
Messina-Trapani.
La societa' Stretto di Messina, presieduta da Giuseppe
Zamberletti, finora non va oltre qualche generica affermazione:
''Ci sono capitali cinesi pronti a finanziare l'opera'', ma
l'iniziativa potrebbe diventare molto piu' che un'ipotesi.
I cinesi hanno gia' fatto capolino a Messina, dove il 16
settembre dello scorso anno arrivo' una delegazione per
acquisire elementi tecnici utili al progetto di attraversamento
dello Stretto di Qiongzhou.
Voluto da Berlusconi, avversato da Prodi, inviso agli
ambientalisti, ''il ponte si fara' - dice Siviero -. Qualcuno
prima o poi fara' i conti e tra penali, indennizzi e rimborsi
scoprira' che cancellarlo costerebbe piu' che costruirlo''. Il
consorzio Eurolink guidato da Impregilo, che nel 2005 si e'
aggiudicato l'opera per un importo di 3,88 miliardi, potrebbe
rivalersi sullo Stato e chiedere il pagamento di una penale di
300 milioni, somma che il governo Monti aveva in un primo tempo
accantonato proprio a questo scopo, fino alla recente decisione
di concedere una proroga di due anni per decidere cosa fare del
progetto.
Commenti