NAPOLI E I SUOI VULCANI, UNA CITTA' CON BOCCHE ERUTTIVE NEI QUARTIERI DEL CENTRO


“Poco nota è l’estensione del vulcanismo nella Città di Napoli dove non solo si rinvengono i prodotti delle principali eruzioni flegree e vesuviane, ma si rilevano anche apparati eruttivi, quali il Cratere di Santa Teresa a Bagnoli ed i centri eruttivi di Chiaia, Monte Echia, Collina di San Martino, sommersi dall’antropizzazione o parzialmente cancellati dall’estrazione di tufo e pozzolane. La stessa grande eruzione flegrea che produsse oltre 250 km3 di materiale 39.000 anni fa, formando la Caldera dell’Ignimbrite Campana (nota anche come tufo grigio), interessa l’intera Città di Napoli fino alla sua periferia orientale”. Lo ha affermato Giuseppe Luongo , docente Emerito in Fisica del Vulcanismo dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, nell’annunciare lo straordinario geo-evento che offrirà l’opportunità di conoscere “l’estensione del vulcanismo nella Città di Napoli – ha proseguito Luongo – mentre è  ben noto che nell’area napoletana si sviluppano aree vulcaniche distinte, quali Ischia, Campi Flegrei e Vesuvio. Le prime due sono campi vulcanici con la formazione di centri eruttivi monogenici (ad ogni eruzione si forma un cono vulcanico) e caratterizzati da eruzioni esplosive con formazione di caldere, mentre il Vesuvio è uno strato vulcano poligenico (prevale il centro eruttivo sommitale). E dunque nella due giorni andremo alla scoperta di questa parte non conosciuta del vulcanismo nella Città di Napoli”.
Lo straordinario evento è in programma nei giorni 18 (conferenza) e 21 Ottobre (escursione) . Per informazioni visitate www.settimanaterra.org 
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