CHEN KEGUI ACCUSATO DI AGGRESSIONE VOLONTARIA DALLE AUTORITA' DI PECHINO, RISCHIA UNA CONDANNA SEVERA
Chen Kegui, il nipote dell'
attivista cinese Chen Guangcheng, esule negli Usa dopo la sua
fuga dagli arresti domiciliari, e' stato formalmente accusato di
''aggressione volontaria'' e rischia ''una condanna severa''.
Lo ha afferma lo stesso Chen Guangcheng in un comunicato diffuso
oggi. L' attivista ricorda che agli avvocati scelti dalla
famiglia e' stato impedito di contattare Chen Kegui, che e'
detenuto dallo scorso aprile e che potrebbe essere stato
torturato. Dopo la fuga di Chen Guangcheng dal suo villaggio
nella provincia dello Shandong, un gruppo di agenti in borghese
si reco' a casa del nipote, minacciando i genitori e senza
identificarsi come poliziotti. Chen Kegui li attacco' con un
coltello, cacciandoli dalla casa e ferendone due. In seguito,
Chen Guangcheng si rifugio' nell' ambasciata degli Usa a Pechino
e fu autorizzato ad espatriare. Secondo il comunicato dell'
attivista ''data la delicatezza del caso (di Chen Kegui) , il
locale ufficio del Partito Comunista ha gia' sicuramente deciso
quale sara' la sentenza, dopo aver ottenuto il consenso dei
dirigenti provinciali e, probabilmente, nazionali''.
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