CAMORRA, CLIMA PESANTE DI SCONTRO IN AULA TRA FRANCO BARBATO (IDV) E MARIO LANDOLFI (AN)

Duro botta e risposta nell'Aula della Camera tra Franco Barbato (Idv) e Mario Landolfi (An). Poco prima che il presidente Gianfranco Fini comunicasse le sanzioni irrogate dall'ufficio di presidenza per i tumulti verificatisi ieri nell'Emiciclo, il dipietrista ha attaccato: "Io da deputato non posso lavorare in questa aula, anzi dico che ho paura. Perchè non sono libero di esprimere liberamente il mio voto, perchè c'è un deputato che siede in quest'Aula che parla con personaggi ritenuti legati alla camorra del clan Ruocco di Napoli, a cui ordina di avviare rappresaglie nei confronti dei deputati che non seguono le sue indicazioni di voto". Questo deputato, dice ancora Barbato, "non sapeva di essere intercettato, e invece una "cimice" ha captato, ed è risultato il suo invito a cambiare i connotati a chi... io non posso fare il deputato, ora sarò costretto a seguire le indicazioni di quel deputato che, addirittura, siede al banco del comitato dei nove, da dove si danno indicazioni di voto". A questo punto Mario Landolfi (Pdl), più volte oggetto degli strali di Barbato, scatta, urlandogli: "Falso! Sei falso!". Ma Fini chiede di calmarsi. Subito il capogruppo dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, richiama Fini, contestandogli "che a Barbato non doveva esser data la parola, perchè il suo intervento non aveva niente a che vedere con l'ordine dei lavori...". Secca la replica di Fini: "Il presidente non sa prima di che cosa un deputato vuol parlare.... comunque l'on. Barbato ora sa quanto è democratico il nostro regolamento che garantisce il diritto di parola a tutti".
Poco dopo, contro Barbato si mette anche Alessandra Mussolini, che allude ai folti riccioli del deputato. "Il nostro regolamento - sostiene - proibisce di entrare in Aula con cappelli o parrucche. Presidente, inviti Barbato a togliersi la parrucca che ha in testa, perchè sotto la testa non c'è niente...".

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