CANCRO AL PANCREAS, SCIENZIATO NAPOLETANO SCOPRE CANDIDATO FARMACO. E' UN ENZINA CHE RENDE LE CELLULE SENSIBILI ALLA CHEMIO

E' in cima alla lista dei tumori più aggressivi, colpisce ogni anno seimila italiani e meno del 5% dei pazienti sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. Viene considerato ancora praticamente incurabile il cancro del pancreas, ma una nuova speranza arriva dagli studi condotti all'Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori - Fondazione Pascale di Napoli da un giovane ricercatore campano, Davide Melisi, rientrato in Italia dopo un'esperienza di quattro anni all'Anderson Center di Houston, negli Usa. Per la prima volta, attraverso sperimentazioni su modello animale, lo scienziato 32enne è riuscito a dimostrare che inibendo l'azione di un enzima chiamato Tak-1 è possibile rendere le cellule neoplastiche del pancreas sensibili alla chemioterapia, aprendo una promettente strada per lo sviluppo di un nuovo farmaco contro la malattia. "In questo lavoro ho utilizzato topolini nei quali sono state trapiantate cellule tumorali pancreatiche direttamente nell'organo, e non semplicemente sottocute come avviene di solito - ha raccontato Melisi in occasione del Congresso congiunto dell'European Cancer Organisation (Ecco) e della European Society for Medical Oncology (Esmo), che si chiude oggi a Berlino - mentre il punto di partenza è stato l'approfondimento del ruolo di una citochina chiamata Transforming Growth Factor beta (Tgf-beta) nello sviluppo del carcinoma pancreatico. E recentemente l'attenzione si è focalizzata sull'analisi di un enzima attivato da Tgf-beta, il Tak-1, come mediatore della chemioresistenza". Melisi e i suoi colleghi hanno studiato l'espressione del Tak-1 in linee cellulari pancreatiche, sviluppando poi con l'aiuto di un'azienda farmaceutica americana, la Eli Lilly, un farmaco in grado di inibire questo enzima, che sarà sottoposto ai primi trial clinici il prossimo anno. L'inibitore del Tak-1, utilizzato nei topi malati, "si è dimostrato in grado di aumentare la sensibilita' delle cellule neoplastiche del pancreas nei confronti di tre diversi medicinali chemioterapici". In combinazione con i chemioterapici, inoltre, "il candidato farmaco ha reso possibile impiegare dosi 70 volte inferiori di medicinali rispetto al gruppo di roditori 'di controllo', uccidendo lo stesso identico numero di cellule cancerose. In conclusione - ha evidenziato lo scienziato - nei topi siamo riusciti a ridurre significativamente il volume della neoplasia, a prolungare la sopravvivenza (da 66 a 122 giorni) e a ridurre la tossicità della terapia". Ora la parola alle sperimentazioni sull'uomo, tenendo ben presente che "il nostro obiettivo e' arrivare il piu' presto possibile al letto del paziente", ha concluso Melisi.

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