OMICIDIO FRANCESCO VERDE ALIAS NEGUS, IN CELLA PUCA PASQUALINO DETTO O MINORENNE, PUCA FERDINANDO E VINCENZO MARRAZZO

Alle prime luci dell'alba, gli uomini dell'Arma dei carabinieri del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna hanno eseguito tre arresti eccellenti. Si tratta di Pasquale Puca alias “Pasqualino o’ minorenne”, 45 anni; Vincenzo Marrazzo alias “Enzuccio l’elettrauto”, 45 anni; Ferdinando Puca, 23 anni. I tre indagati sono accusati di aver preso parte all’omicidio di Verde Francesco ‘o negus, capo dell’omonimo clan operante in S. Antimo, commesso a Casandrino il 28 dicembre del 2007. Le indagini, condotte dalla direzioen distrettuale antimafia di Napoli senza l’apporto di alcun collaboratore di giustizia, hanno consentito di accertare le cause e le modalità di tale omicidio, nel quale rimase altresì coinvolto Verde Mario ‘o tipografo, nipote del capoclan, ferito in maniera grave nel corso dell’agguato. Il grave delitto è avvenuto ad esattamente un anno di distanza da altro agguato camorristico verificatosi nello stesso comune di Casandrino in data 30 dicembre del 2006: il tentato omicidio di Marrazzo Antonio, fratello minore di Marrazzo Vincenzo detto “Enzuccio l’elettrauto”, elemento apicale dell’omonimo clan ivi operante. In quel momento storico, Marrazzo Antonio era il reggente del sodalizio criminale di riferimento, in assenza di Marrazzo Vincenzo, all’epoca detenuto presso l’istituto di pena di Nuoro. Nella genesi della decisione di predisporre un agguato ai danni di Verde Francesco hanno inciso molteplici fattori: da un lato, l’esigenza di Marrazzo Vincenzo di vendicarsi per l’agguato ai danni del fratello, evidentemente ritenuto ascrivibile al clan di Verde Francesco; dall’altro, l’esigenza del clan Puca Pasquale di sbarazzarsi di un pericoloso concorrente per la gestione delle attività illecite nella zona di S. Antimo, Casandrino e Grumo Nevano.
In vista della realizzazione di questo duplice, distinto obiettivo, si sono trovati, occasionalmente coalizzati, due clan camorristici distinti: il clan Puca ed il clan Marrazzo. Per attuare questo comune obiettivo, sono stati utilizzati componenti di entrambe le organizzazioni: Puca Ferdinando, giovane esponente del clan Puca, utilizzato come autista del gruppo di fuoco; Marrazzo Vincenzo, esponente dell’omonimo clan, che ha preso parte direttamente all’azione di fuoco. Le indagini -anche attraverso sofisticati accertamenti balistici- hanno permesso di accertare la diretta e personale riferibilità a Marrazzo Vincenzo dell’azione di fuoco; peraltro, per condurre a termine la sua vendetta, Marrazzo Vincenzo ha approfittato di un permesso concessogli, in occasione delle ferie natalizie, dalla casa di lavoro di Sulmona, ove il predetto era ristretto. Rientrato in detta casa di lavoro, successivamente Marrazzo venne trasferito nella casa di lavoro di Isili, in Sardegna, dalla quale - con modalità rocambolesche (fuga mediante lenzuola arrotolate, dopo aver segato le sbarre della finestra) - riuscì ad evadere, per poi essere bloccato, a distanza di mesi, e riassegnato ad una casa di lavoro. L’ordinanza cautelare è stata notificata in carcere a Puca Ferdinando (già detenuto per un pregresso arresto per detenzione di armi) ed a Marrazzo Vincenzo (ristretto per applicazione di misura di sicurezza), mentre Puca Pasquale (l’unico in libertà) è stato associato alla locale casa Circondariale.

Commenti