PIRATI DEL BUCCANEER, PARLA UNO DEI SEQUESTRATI: VENIVAMO TRATTATI MALE

Un po' di riso e mezzo litro d'acqua al giorno: è così che hanno vissuto i marinai del rimorchiatore Buccaneer, ostaggio, per mesi, dei pirati somali. Lo hanno raccontato ai loro familiari, supplicandoli di aiutarli ogni qual volta avevano la possibilità di comunicare con loro. "Fate presto", era la cosa che ripetevano più volte. Lo dice, oggi, a poche ore dalla raggiunta liberta', la sorella di Bernardo Borrelli, uno dei marinai campani sotto sequestro. "Sono stati giorni difficili - dice la sorella, Antonella Borrelli - Spesso nelle telefonate ci diceva che a bordo mancava l'acqua e che le condizioni non erano delle migliori. Inoltre, la pressione psicologica esercitata dai pirati e' stata molto forte". "Eravamo in contatto con la Farnesina, ci dicevano che stavano bene ma per noi non era sufficiente", spiega Antonella. "Erano stremati - aggiunge lo zio Alfonso Borrelli - nelle telefonate agli inizi di giugno Bernardo ci diceva 'fate presto ci danno un po' di riso e mezzo litro di acqua al giorno".

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