ILVA DI TARANTO: LA GENTE NON MOLLA, IN CORTEO 'NOI MARTIRI E POVERI'
In testa i medici con i loro camici
bianchi per ribadire che Taranto rischia di 'scoppiare' per
malattie e inquinamento; in coda il variopinto mosaico dei
comitati di precari, perche' la citta' rischia di morire anche
per mancanza di lavoro; in mezzo, preceduta da un grande
crocifisso, l'immagine di Papa Francesco, invitato
esplicitamente con un cartello a raggiungere le rive dello Ionio
perche' la citta' 'ora e' santa' essendo diventata 'martire e
povera'. E' il mondo variegato dei cinquemila, forse anche di
piu', che di domenica, sotto un cielo plumbeo, hanno deciso di
sfilare in corteo nel cuore di Taranto per l'ennesima protesta
contro l'inquinamento ambientale causato dallo stabilimento
siderurgico Ilva e a sostegno della magistratura.
Invito lanciato dal 'Comitato 7 aprile', che raccoglie una
ventina di associazioni ambientaliste, dopo l'imponente
manifestazione di protesta del 15 dicembre scorso. Ma questa
volta, all'orizzonte, ci sono due scadenze fondamentali.
Martedi' 9 aprile la Corte Costituzionale si riunira' per
decidere sui due ricorsi - uno del Tribunale di Taranto, l'altro
del gip Patrizia Todisco - depositati contro la legge 231/2012,
cosiddetta 'Salva Ilva', che consente al Siderurgico di
continuare a produrre, anche con gli impianti dell'area a caldo
sotto sequestro senza facolta' d'uso, e di commercializzare i
prodotti. Domenica prossima, 14 aprile, i tarantini si
recheranno ai seggi per il referendum consultivo, proposto dagli
ambientalisti, sulla chiusura totale dello stabilimento o
parziale, cioe' della sola area a caldo, dell'Ilva. Un corteo
fatto per lo piu' di gente comune, con la novita' della
massiccia presenza, con i loro Ordini professionali, di medici e
farmacisti, cioe' di chi ogni giorno affronta il dramma di
centinaia e centinaia di famiglie guardando i loro volti che
chiedono aiuto. Nessun rappresentante delle istituzioni, nessun
politico, tranne il segretario nazionale di Rifondazione
Comunista, Paolo Ferrero, un deputato grillino, Alessandro
Furnari e qualche consigliere comunale. Era gia' stato cosi' il
15 dicembre scorso, anche se quella manifestazione, per
partecipazione, rappresentera' probabilmente il 'top' della
rabbia della gente perche' cadde nel pieno della bufera-Ilva e
prima che arrivasse la legge 231. Oggi non c'era nessuno neppure
del 'Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti', che a
dicembre manifesto'; assenti i sindacati, che in parte hanno
gia' invitato all'astensione per il referendum del 14 aprile.
Alla gente di Taranto e' arrivato invece il sostegno dei
'forestieri', dal comitato 'No al carbone' di Brindisi a quello
da sempre contrario al raddoppio dell'inceneritore di Massafra,
che dal capoluogo dista una dozzina di chilometri. C'erano
moglie e parenti di Ciro Moccia, l'operaio dell'Ilva morto il 28
febbraio scorso precipitando da una decina di metri per il
cedimento di una passerella nel reparto Cokerie. E c'erano,
anche loro con uno striscione, gli amici di Mauro Zaratta, papa'
del piccolo Lorenzo che ora ha tre anni ed e' nato con una grave
forma tumorale che gli ha gia' fatto perdere quasi completamente
la vista. L'uomo ebbe il coraggio, in una delle manifestazioni
che si sono svolte in passato a Taranto, di gridare su un palco
il suo dolore di padre, mostrando la foto del figlioletto.
Quella dei tarantini e' ormai una battaglia quotidiana
combattuta su mille fronti. Due esempi arrivati nelle ultime
ore. Da alcuni giorni l'inquinamento dei suoli del cimitero San
Brunone, a ridosso dello stabilimento Ilva, impedisce le nuove
sepolture perche' i necrofori della cooperativa 'Ancora', che
devono scavare il terreno, non hanno a disposizione le speciali
mascherine con filtri prescritte dal medico del lavoro. E
proprio oggi il comitato ambientalista Legamjonici ha annunciato
di aver depositato alla Procura di Taranto un esposto-denuncia
per il presunto mancato rispetto della normativa Aia e la omessa
applicazione di norme comunitarie a tutela dell'ambiente. Tutto
questo mentre il cielo sulla citta' continua ad essere plumbeo e
la gente aspira ad un futuro diverso. Il timore e' di
risvegliarsi, a breve, stringendo in mano solo un bellissimo
sogno.
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