USURA: RINVIATI A GIUDIZIO FAMILIARI DI MARIO POTENZA
Sei persone, tra cui quattro
familiari di Mario Potenza, il defunto ex contrabbandiere ed
usuraio del rione Santa Lucia che era accusato di avere
investito ingenti somme di denaro nei locali dell'imprenditore
Marco Iorio, sono state rinviate a giudizio per i reati di usura
e
riciclaggio. Lo ha deciso, accogliendo la richiesta dei pm
Sergio Amato ed Enrica Parascandolo, il gup Francesco
Chiaromonte, che ha fissato il processo per l'8 gennaio
prossimo: davanti alla VI sezione del Tribunale, collegio C,
compariranno Bruno Potenza, figlio di Mario; sua sorella
Assunta; sua moglie, Nunzia Maria Aragione; il loro figlio
Mario; Domenico Sarpa e Francesco Russo, quest'ultimo
imprenditore del settore calzaturiero. Il settimo imputato,
Raffaele Terminiello, ha optato invece per il giudizio
abbreviato, che comincerà il 4 dicembre.
Questo fascicolo è strettamente collegato al processo
"Megaride" in cui sono imputati, tra gli altri, gli imprenditori
Marco, Massimiliano e Carmine Iorio e l'ex capo della squadra
mobile di Napoli Vittorio Pisani. L'attuale filone si è
sviluppato grazie alle intercettazioni ambientali in casa di
Mario Potenza che, per ragioni di salute, aveva ottenuto gli
arresti domiciliari: ascoltando i suoi dialoghi gli inquirenti
scoprirono che l'uomo non aveva interrotto la sua attività di
usuraio e che altre persone lo stavano aiutando nella
riscossione del denaro.
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