SANITA':STORIA TRAGICOMICA DI UN MEDICO, IL LIBRO DI PERILLO SORRISI E RIFLESSIONI, DOMANI A NAPOLI PRESENTAZIONE DEL ROMANZO
D'inverno con la pioggia, d'estate
con il sole. Una borsa di pelle come fedele compagna e poi giu'
in strada a macinare chilometri. La missione e' di quelle
impegnative: alleviare i veri e i presunti malanni della gente.
E non esiste stagione, temperatura oppure orario che tenga per
l'esercito di iscritti alla vecchia cassa mutua. Per medico di
base, il primo avamposto tra la medicina e il paziente, visite,
consulti e prescrizioni di ogni genere e a qualsiasi ora non
sono un problema. Come non sono un problema per Massimo Aspreno,
protagonista di 'Per le vie del borgo' di Mauro Ferdinando
Perillo, libro che verra' presentato domani alle 18 nella
libreria Loffredo a Napoli con il presidente del Sindacato
medici italiani, Giuseppe Del Barone, il giornalista Rai,
Antonello Perillo, e il presidente della casa editrice Cento
autori, Pietro Valente.
Un libro, a meta' tra autobiografia e finzione letteraria,
che attraverso il racconto di trent'anni di carriera del medico
di famiglia descrive anche le grandi trasformazioni che hanno
attraversato la professione medica.
''Nel secondo capitolo - dice Perillo - racconto di una
visita del dottor Aspreno, negli anni Ottanta, a una vecchietta
che, volendo approfittare della cassa mutua, si fa prescrivere
qualsiasi cosa: dai medicinali, alle garze, ai cerotti. E non
solo. Non ancora soddisfatta, a fine visita, l'anziana signora
chiede al medico 'dotto', ma la cassa passa pure gli
stuzzicadenti?' Questo episodio cosi' buffo - racconta l'autore
del libro - e' uno di quelli realmente accaduti. Da li' pero'
comincia una riflessione seria su com'e' cambiata la Sanita', da
quando la cassa mutua era un vaso di Pandora fino ad arrivare
alla crisi dei giorni nostri in cui non si passano neanche piu'
i farmaci salvavita e il ticket si paga quasi su tutto''.
Il borgo in questione dove sono ambientati i vari episodi e'
quello del popolare quartiere di Sant'Antonio Abate. Li', nel
cuore antico di Napoli, il dottor Max, professionista capace e
scrupoloso, all'occorrenza diventa anche amico e confidente per
i pazienti di quell'angolo di mondo dove si 'tira a campare' e
dove l'italiano e' quasi una lingua straniera.
Avventura dopo avventura prendono vita gli spaccati sociali
e politici di una citta'. In questo scenario il dottor Max vive
e partecipa alle vicende dei suoi pazienti. Tra un esilarante
strafalcione e qualche spunto di riflessione un po' piu' amaro i
pazienti si avvicendano e il medico li assiste con un'ironia e
un'umanita' capaci di dare un sapore speciale anche
all'apparente routine di malanni, ricette e medicine.
''Il medico di famiglia in passato era una figura quasi
poetica'' dice il presidente del sindacato che riunisce
ospedalieri e medici di base, Giuseppe Del Barone.
''Era un professionista che non si limitava a portare il
solo consulto medico - dice - ma entrava nella vita delle
famiglie, diventava un confidente e soprattutto, in alcune
realta' piu' degradate, aveva il compito di portare elementi di
vivere civile e aveva quindi un ruolo sociale di fondamentale
importanza. Oggi - dice - la professione e' completamente
diversa e si trova ad affrontare nuove sfide. Come sindacato
siamo fortemente critici nei confronti di chi, spacciandola come
riforma, sta uccidendo una professione antica che negli anni ha
dato un contributo enorme alla crescita e allo sviluppo di
questo Paese''.
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