RESTI DONNE IN VILLA: GIP, BELMONTE DEVE RESTARE IN CELLA PER GIUDICE CI SONO GRAVI INDIZI MA IL DOTTORE SI DIFENDE ANCORA
Ci sono ''gravi indizi di
colpevolezza'' che hanno convinto il gip del Tribunale di Santa
Maria Capua Vetere (Caserta), Francesco Caramico D'Auria, a
tenere in cella Domenico Belmonte. L'uomo, 72 anni, ex direttore
sanitario del carcere di Poggioreale, e' accusato dell'omicidio
della moglie, Elisabetta Grande, originaria di Catanzaro, che
oggi avrebbe 74 anni, e della figlia, Maria, oggi 43enne. Il
duplice omicidio sarebbe avvenuto tra l'aprile e il luglio del
2004 ma saranno gli esami medico-legali ad accertare la data del
decesso.
I cadaveri delle due donne sono stati trovati nel 'vespaio'
della villetta di Baia Verde, lungo il litorale casertano dove
il medico - ritenuto da tutti un valido e scrupoloso
professionista - ha continuato a vivere in completa solitudine,
nel piu' completo abbandono. Ha avuto un solo contatto: con
Salvatore Di Maiolo, ex marito della moglie, che con Belmonte ha
lavorato nel carcere di Poggioreale. Nell'inchiesta e' coinvolto
anche Di Maiolo, che si dice estraneo alla vicenda.
Oggi il ''dottore'' - cosi' preferisce farsi chiamare
Belmonte - difeso dal suo avvocato Rocco Trombetti, ha provato a
difendersi anche dinanzi al giudice per le indagini preliminari,
dicendo che di quel delitto non sapeva nulla, che non sapeva
della presenza dei cadaveri.
Ma a giudizio del gip, che ha emesso l'ordinanza di custodia
cautelare in carcere, tutto cio' appare inverosimile. L'uomo,
nel 2006, ha dato la vernice alla grata di accesso del 'vespaio'
e quindi avrebbe dovuto vedere i cadaveri che - sottolineano gli
investigatori - sono stati adagiati e composti
nell'intercapedine nell'immediatezza della morte. Il gip esclude
che il duplice delitto sia stato commesso da persone estranee al
nucleo familiare ed esclude anche l'ipotesi - che pure e' stata
vagliata - dell'omicidio-suicidio delle due donne. Chi avrebbe
messo poi i due corpi in quel vespaio dell'orrore?
L'uomo ha sempre detto che la moglie e la figlia si sarebbero
allontanate volontariamente. Oggi dinanzi al gip ha detto che ha
provato a chiamarle al telefono ma il cellulare della donna e'
stato trovato nella camera da letto dove di solito dormivano
mamma e figlia. Lui preferiva non dormire con la moglie ed
occupava un'altra stanza della villetta.
Poi dopo la scomparsa Belmonte si e' chiuso in completo
isolamento senza mai rispondere alle lettere del cognato che gli
chiedeva conto della sorella. Gli elementi da chiarire,
comunque, sono numerosi. Ad esempio: perche' non avrebbe mai
attivato le pratiche per ricevere l'assegno mensile di pensione
preferendo vivere invece in condizioni estremamente precarie?
Della sua casa non si prendeva affatto cura. Aveva pero' un'
attenzione quasi maniacale per il giardino, con aiuole poste a
pochi passi dalla 'tomba' della moglie e della figlia dove lo
hanno sorpreso nella mattinata di martedi' gli agenti della
questura di Caserta.
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