BABY NUOTATORE RASATO, SUPERATO CHOC E' TORNATO IN VASCA ATLETA ACCUSATA DEL TAGLIO A ZERO SI DIFENDE, NON SONO STATA IO


Un nuovo allenatore per cancellare, nell'acqua della piscina, l'umiliazione di quella testa rasata come punizione per non essersi impegnato a fondo in una gara. Non ha mai perso la voglia di gareggiare ed e' tornato a macinare 'corsie' con i compagni di sempre il ragazzino undicenne vicentino sottoposto dagli allenatori, durante una trasferta a Locarno del maggio scorso, al taglio a zero dei capelli. Lo confermano i genitori, raccontando che il secondo istruttore ha riportato il sorriso sul volto del figlio. Ad accelerare la ripresa dell'attivita', ammette la madre, e' stato proprio l'allontanamento immediato dal centro sportivo delle tre persone indicate come responsabili del gesto, due allenatori e un'atleta, indagati dalla magistratura. La giovane, che sara' sentita l'8 novembre, ha voluto oggi uscire allo scoperto e, affiancata dal suo legale, ha cercato di difendersi dall'accusa di abuso di mezzi di correzione. Giulia, studentessa di educazione motoria, afferma di non sapere chi abbia eseguito la rasatura a zero, e soprattutto di non sapere niente della frase riferita ''agli ebrei'', che invece e' agli atti nella denuncia dei genitori del secondo bimbo minacciato. Sul sospetto di essere stata l'esecutrice materiale della 'lezione' risponde decisa: ''e' assolutamente falso. Io non ho toccato nessuno e non ho tagliato i capelli a nessuno''. ''Ero contraria - spiega ancora - a quel tipo di punizione e se avessi visto accadere quello che poi è successo mi sarei opposta". Ammette pero' "che uno dei ragazzi si è
ritrovato con i capelli rasati'', ma ripete di non essere stata lei a farlo. A raccontare l'orrore di quella testa di bimbo improvvisamente senza capelli e' la mamma. "Era domenica, non potrò mai dimenticarlo - ricorda -. L'ho visto scendere dalla corriera che lo riportava a casa dopo le gare in Svizzera e ho intravisto a malapena la sua testa sotto il solito cappellino". Al momento la donna non si è preoccupata troppo. "Ho pensato che si fosse ferito nel piano vasca - spiega - e che fosse stato rasato per essere medicato". Per Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia, ''il gesto folle e violento compiuto dai maestri di nuoto di Vicenza rappresenta una palese e grave violazione della Convenzione dei diritti dell'infanzia e della adolescenza che prevede sempre e comunque la tutela e la protezione di diritti dei bambini in qualsiasi luogo ed in qualsiasi attivita' essi siano impegnati''. Duro anche il giudizio anche del Garante nazionale per l'Infanzia Vincenzo Spadafora. "Sarebbe il modo peggiore di educare un bambino - afferma - .La disciplina è educativa nello sport anche perché la competizione aiuta i bambini a crescere". Sceglie l'ironia l'assessore veneto Roberto Ciambetti, per il quale l'episodio serve solo a coniare una nuova disciplina sportiva. "Dopo il delfino, lo stile libero, la rana e il dorso - taglia corto - non pensavo esistesse lo stile mona, che comunque i suoi campioni li ha sempre avuti in un mare di ignoranza".

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