RIFIUTI: PROCESSO BASSOLINO; PECORARO SCANIO, CRISI ERA NOTA
"La situazione rifiuti a Napoli era
nota e la raccolta differenziata era ai minimi, per questo mi
sono sempre opposto alla realizzazione del termovalorizzatore".
Lo ha detto questa mattina
dinanzi ai giudici della V sezione
del tribunale, collegio presieduto da Maria Adele Scaramella,
Alfonso Pecoraro Scanio, ex leder del partito dei Verdi ed ex
ministro per l'Ambiente, chiamato come teste nell'ambito del
processo per l'emergenza rifiuti dove tra gli imputati c'e'
anche l'ex presidente della Regione Campania, Antonio
Bassolino, accusato di traffico di rifiuti.
Pecoraro Scanio e' stato chiamato come
testimone a 'discarico' proprio da Bassolino in quanto, secondo la
difesa, i cdr non hanno piu' funzionato perche' i rifiuti arrivavano
negli impianti senza essere trattati, come 'tal quale'. Tesi opposta
rispetto a quella delle Procura secondo la quale Bassolino aveva
'nascosto il problema e siglato accordi per la realizzazione del
termovalorizzatore sapendo che non avrebbe potuto mantenere gli
accordi'. Pecoraro Scanio ha ricostruito gli anni dell'emergenza
"iniziata gia' nel 2000 e continuata". "Dissi 'no' al
termovalizzatore perche' non c'era un piano per la raccolta
differenziata a Napoli e provincia che avrebbe portato nei forni solo
materiale che poteva essere bruciato. Non c'erano i presupposti per
completare l'intero ciclo di raccolta e smaltimento", ribadisce.
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