GIOVANE UCCISO PER ERRORE: FAMILIARI, VOGLIAMO GIUSTIZIA CARDITO PROCLAMA IL LUTTO CITTADINO, APPELLO PD A GENTE ONESTA


'Una persona perbene, un ragazzo tutto casa e famiglia. Lo hanno ucciso come un boss. Perche'?
Noi vogliamo giustizia''. Lucia Romano, la sorella di Pasquale - Lino per parenti ed amici - il 30enne di Cardito ucciso l'altra sera alla periferia di Napoli con 14 colpi di pistola, e' distrutta dal dolore. Il giovane, incensurato e senza alcun legame con la malavita, e' stato ucciso per un scambio di persona. I killer sono entrati in azione quando la vittima, lasciata l'abitazione della sua fidanzata, e' salita a bordo della sua auto per raggiungere degli amici per una partita di calcetto, nel quartiere Marianella. Le indagini dei carabinieri, per far luce sull'accaduto, vanno avanti da due giorni senza sosta. Per gli inquirenti e' un lavoro non facile proprio perche' mancherebbero spunti investigativi e testimonianze. L'unica certezza e' che il quartiere di Marianella, dove vive Rosanna, la fidanzata di Lino, e' ad un passo da Scampia, scenario di una nuova guerra di camorra per il controllo dello spaccio della droga. Una guerra, come quella del 2004-2005, combattuta senza esclusione di colpi. Ed anche allora morirono persone innocenti il cui unico torto e' stato di stare al posto sbagliato nel momento sbagliato. Lucia, in queste ore, sta provando a dare conforto ai suoi genitori. Ma in cuor suo teme che non si riprenderanno piu' da un colpo cosi' e che non avranno giustizia. ''Un ragazzo d'oro - ricorda la fidanzata Rosanna - Quello che e' successo a lui qui puo' accadere a chiunque''. Quando l'altro giorno a casa Romano sono giunti i carabinieri, il papa' e la mamma hanno avuto un tuffo al cuore. ''Vuoi vedere che c'e' stato un incidente'', si sono chiesti. Mai ad immaginare che il loro ragazzo - prossimo ad un lavoro a tempo indeterminato e poi al matrimonio - fosse stato trucidato come un boss. Nella palazzina di via Benedetto Croce a Cardito vivono solo gli appartenenti alle famiglie Romano-De Cicco. Una palazzina dove Lino e suoi cugini sono cresciuti insieme, come in una grande famiglia. ''Una cosa e' vedere per televisione quanto violenza la gente perbene e' costretta a subire - dice Anna De Cicco, una zia della vittima - un'altra e' provarla sulla propria pelle''. ''La giustizia? Speriamo che arrivi presto. Hanno distrutto una famiglia e per questo devono pagare. Devono finire in carcere a marcire per il dolore che hanno causato'', aggiunge la donna. Un delitto senza un perche' che ha gia' suscitato la reazione delle istituzioni. Il sindaco di Cardito ha proclamato il lutto cittadino. Il presidente dell'Ottava Municipalita' (nel cui territorio ricade anche Marianella) ha adottato un'analoga iniziativa per il quartiere. Il Pd, di Napoli invece, ha invitato tutti i cittadini onesti di Napoli a non abbassare ''la testa, ribelliamoci tutti alla camorra e alla violenza dei clan''. Proposta accolta prontamente dai coordinatori cittadini e provinciali del Fli di Napoli. Nel pomeriggio Rosanna, la fidanzata di Lino, ha incontrato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris rivolgendogli ''la richiesta forte di giustizia e di iniziative per evitare che episodi del genere possano ripetersi ancora. Una battaglia culturale e sociale, un lavoro che non sia dettato solo dall'impatto emotivo del momento, ma che sia strutturato nel tempo".

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