CONCORDIA: BRUNO LEPORATTI, AVVOCATO DI SCHETTINO: VICENDA ERRORE TIMONIERE NON E' CHIUSA
Per il difensore del comandante
Schettino, l'avvocato Bruno Leporatti, ''la problematica
dell'errore compiuto dal timoniere della nave nell'esecuzione
degli ordini emanati dallo Schettino per evitare lo scoglio de
Le Scole e' tutt'altro che risolta in senso negativo per il
Comandante come da taluni affermato''. ''I periti sostengono,
infatti - afferma Leporatti in una nota - che tale errore e le
dinamiche da esso scaturite hanno 'sicuramente aggravato una
situazione gia' di per se' critica e possono aver concorso al
verificarsi della collisione avvenuta subito dopo', in tal modo
ponendo addirittura il problema se l'urto si sarebbe in effetti
verificato ove la manovra ordinata dal Comandante fosse stata
correttamente eseguita''.
''Per parte sua il gip Montesarchio non ha affatto 'chiuso'
la vicenda - prosegue - giacche', pur respingendo 'allo stato'
la richiesta del difensore, ha scritto testualmente nella sua
ordinanza emessa nella tarda mattina odierna, che 'laddove nel
corso dell'esposizione o dei chiarimenti richiesti dalle parti
dovesse sorgere l'esigenza prevista dalla normativa, che
atterrebbe alla responsabilita' del soggetto in questione,
potra' darsi corso agli incombenti previsti dalla legge', e
cioe' all'estensione dell'incidente probatorio al timoniere
della nave al momento del sinistro''. Leporatti infine annota
''un significativo mutamento di posizione da parte di Costa
Crociere s.p.a., la quale dopo avere sino ad oggi sostenuto che
l'Unita' di Crisi non era stata messa in condizione di poter
aiutare la nave perche' ingannata da Schettino in ordine alla
consistenza dell'incidente ed alle sue conseguenze, ora, messa
di fronte all'evidenza della tempestiva e completa informazione
sull'accaduto fornita dal Comandante (accertata dai periti e
riportata nella perizia), afferma per bocca dei suoi legali, che
la sua struttura di terra ed i suoi componenti nulla avrebbero
potuto fare per coadiuvare la nave ed il suo Comandante perche'
la gravita' e l'estensione del danno impedivano di fare qualcosa
di utile. Il che, francamente, non pare poco''.
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